29/08/2002 - Proiettato Lilja 4-ever dello svedese Lukas Moodysson, una storia poetica e straziante sulla tragedia della prostituzione femminile in Europa

Si trovano in ogni angolo d'Europa: giovanissime donne provenienti dai Paesi dell'Est costrette a prostituirsi ai padri di famiglia in cerca di una facile avventura extraconiugale. Schiave del sesso fuggite da una vita poverissima, prigioniere di uomini senza scrupoli.
Lo svedese Lukas Moodysson, al suo terzo lungometraggio, è partito dalla storia di una sedicenne russa per raccontare uno dei tanti percorsi che portano queste giovani donne sulle strade d'Europa Lilja 4-ever, prodotto dalla Memfis Film e presentato in concorso a Venezia, completa il dittico iniziato con il primo film di Moodysson, Fucking Amal, che raccontava una storia di adolescenti nella periferia svedese. Lilja 4-ever parte invece da una città dall'ex unione sovietica, dove la giovane Lilia, abbandonata dalla madre, conduce un'esistenza di stenti, tra "sniffate" di colla per stordirsi e primi approcci alla prostituzione. Tradita da un giovane apparentemente affabile, che le promette di portarla via da quello squallore, si ritrova a Malmo, nel sud della Svezia, costretta a furia di botte a vendere il proprio corpo a uomini di tutti generi.

Tra squarci poetici e momenti di cinema-verità un po’ scontati, il film del giovane regista svedese lancia un j'accuse contro il suo Paese, uno dei più progrediti socialmente, che osserva impassibile il mercato di questa sorta di schiave-bambine del terzo millennio.
La brava protagonista, Oksana Akinshina, ha interpretato nel 2001 Sisters di Sergei Bodrov Jr, una grande successo in Russia. Straordinario è anche il tredicenne Artiom Bogucharskij, che interpreta l'amichetto di Lilja che, sucidatosi, diventa un angelo custode con tanto di candide ali.