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CANNES 2009 Lezione di cinema

I fratelli Dardenne: la somma di due metà

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"Quando i Dardenne sono in competizione a Cannes è un po' come quando la Germania lo è nel calcio: tutti giocano, ma alla fine sono i Dardenne a vincere". Così Thierry Frémaux, direttore delegato del Festival di Cannes, ha introdotto la lezione di cinema di oggi.

I due fratelli hanno ricordato la loro natura da autodidatti. Mentre uno studiava filosofia, l'altro sognava di fare l'attore, persuaso che valesse la pena vivere la vita adulta al teatro o al cinema. E' l'incontro decisivo con Armand Gatti che porta definitivamente i due fratelli verso il cinema. Se i primi due film sono "fiaschi fondanti", come dice Luc Dardenne, la rivelazione arriva con La Promesse, presentato alla Quinzaine nel 1996. "La promessa" è anche quella di una filmografia, a partire da questo lungometraggio in poi, ricca di novità. E' sul set che prende forma il loro metodo di lavoro, e il loro credo: non lasciarsi possedere dalla tecnica e dedicare molte ore alle prove con gli attori.

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Scegliendo interpreti sconosciuti, corpi vergini che non sono né attori, né personaggi, propongono sul grande schermo persone "semplici" con un'immediatezza pura: non si parla della psicologia dei personaggi né del loro passato, si vive intensamente il presente. Tutto è calcolato affinché l'allestimento sia invisibile. Altra scoperta fondamentale: il più grande lusso quando si gira, è il tempo. Michel Ciment, che ha presentato la lezione, ha notato che molti hanno copiato la forma dei Dardenne, ma altrettanti ne hanno dimenticato il contenuto, ossia le incredibili tensioni drammatiche che attraversano i loro film.

I fratelli dirigono in coppia e rifiutano uno sguardo terzo, che verrebbe a spezzare il loro equilibrio. Per i Dardenne, un regista bicefalo, in definitiva, non è altro che "due mezzi registi" che fanno un tutto omogeneo.

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(Tradotto dal francese)

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