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FESTIVAL Polonia

Ecce Momo, Joyce a San Pietroburgo

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Il debutto alla regia del regista greco di origini russe Anastas Charalampidis, Ecce Momo, è un lavoro sorprendente e contraddittorio che giustappone, in maniera apparentemente casuale, immagini di San Pietroburgo e una voce fuori campo che agisce da flusso di coscienza. Il film è stato presentato in anteprima all' International Film Festival Rotterdam ed è nella sezione Panorama dell'Era New Horizons Festival, in corso di svolgimento.

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Ecce Momo parte con la spiegazione della morte clinica di Morris Moshe (“Momo”) — dopo un tentativo di suicidio — di oltre tre minuti. Dov'è stato durante quel tempo, e perché parla dell'Africa ora che è tornato?

La narrazione, scritta e parlata dal regista stesso, suggerisce che il film, se non altro, è una calunnia prima di passare a ruminare su vari temi, fra i quali il sesso e le differenze fra uomini e donne. Nel processo, il narratore si rivela omofonico, misogino e, probabilmente, assai depresso.

Le immagini video sgranate sembrano legate alla voce fuori campo, ma hanno una propria dote ipnotica e offrono momenti apparentemente rubati dalla vita nelle grandi città.

Charalampidis, parte del programma Résidence al Festival di Cannes 2002, si ispira chiaramente alle tecniche narrative dell'Ulisse di James Joyce. La negazione quasi completa di ogni possibile correlazione fra testo e immagini farà infuriare alcuni spettatori, e ne delizierà altri. Esperimento di narrazione audiovisiva, il film è volutamente provocatorio.

Charalampidis ha girato e montato lui stesso il film, e lo ha prodotto per Africa Films, col supporto del Greek Film Center.

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(Tradotto dall'inglese)

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