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FESTIVAL Italia

Locarno: Sogno il mondo in musical

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“La sperimentazione è la vera chiave di libertà, perché produce cose nuove”. Parola del napoletano, ma milanese d’adozione, Pasquale Marrazzo: il suo quarto film, Sogno il mondo il venerdì, a Locarno tra i Cineasti del Presente, si muove nei terreni – tutti in qualche misura accidentati – del mélo (una madre che crede di riconoscere nel vicino di casa il proprio figlio), dell’impegno civile (si parla anche di morti bianche) e del musical.

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L’afosa periferia di Milano, cruda e iperrealista, è lo sfondo in cui si sfiorano prima, e poi s’intrecciano, le storie (spesso le disperazioni) di Karim, tunisino che per comprarsi il permesso di soggiorno tenta di rapinare un indiano, Betty, trans innamorata di un bancario col vizio del gioco, ed Irene, che abita con Luigia e deve fare i conti col proprio passato e con l’alcolismo presente: esistenze marginali (ed emarginate), che si aprono a squarci lirici improvvisi quando i personaggi cominciano a cantare in inglese (i brani, tranne l’ultimo di Marianne Faithfull, sono scritti dallo stesso Marrazzo su musiche di Sergio Cocchi).

L’effetto è straniante, forse anche per la qualità discontinua di voci e canzoni: ma ciò che convince di meno sono certi dialoghi didascalici (“ho scelto di lavorare in ospedale per esorcizzare la paura della morte”), troppo scritti – e affidati talvolta ad attori e attrici marcatamente teatrali – per non stridere con la freschezza d’alcuni interpreti (su tutti Anis Gharbi e Giovanni Brignola) e con le critiche del regista ad un modo di far cinema dove “tutto deve essere detto e nessun personaggio deve sfuggire alla trasparenza”.

Autoprodotto da Marrazzo con la sua N.O.I Film, in collaborazione con The Family, Sogno il mondo il venerdì è distribuito nelle sale italiane da La Fabbrichetta di Gianluca Arcopinto: l’uscita a Roma è fissata per il 21 agosto, mentre dal 28 il film sarà nelle sale di Milano, Torino, Bologna e Firenze.

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