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INDUSTRIA Regno Unito

Service Provider contro le misure anti-pirateria

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I responsabili dei principali service provider britannici di internet hanno protestato congiuntamente contro la recente proposta del Ministro per le Comunicazioni Stephen Timm di vietare la connessione agli utenti che reiteratamente compiano atti di pirateria online.

Charles Dunstone di talktalk, Ian Livingston di British Telecom, Tom Alexander di Orange UK e Jim Killock di Open Rights Group, Ed Mayo di Consumer Focus e l’attivista per l’Unione Consumatori Which?, Deborah Prince, hanno sottolineato le loro lamentele in una lettera al quotidiano The Times.

Si legge:

“Concordiamo sul fatto che l’industria creativa abbia un ruolo importante nel Regno Unito, e comprendiamo le sfide che il filesharing illegale pone. Non condoniamo né incoraggiamo tali attività, ma siamo preoccupati poiché le recenti proposte del Governo sul “come” ridurre il filesharing illegale sono sbagliate e minacciano i diritti dei consumatori della banda larga e lo sviluppo di nuovi servizi attraenti.

I consumatori sono innocenti, a meno che non sia provata la loro colpevolezza. Bisogna evitare processi sommari se la prova non viene raccolta in maniera conforme, e che i fruitori di banda larga ritenuti colpevoli non possano difendersi dalle false accuse. Senza queste precauzioni a pagare il prezzo saranno i consumatori innocenti. La pena deve essere proporzionale alla colpa.

Disconnettere gli utenti da Internet vuol dire porre seri limiti alla loro libertà di espressione. Di solito, i limiti alla libertà di espressione si mettono soltanto in caso di arresto, o di odio razziale o di diffamazione. La proposta che vede i provider — e quindi gli utenti di banda larga — pagare il costo più alto di queste misure per supportare le industrie creative è scorretta, perché la maggior parte dei consumatori non scarica illegalmente”.

(Tradotto dall'inglese)

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