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VENEZIA 2009 Concorso / Germania

Soul Kitchen, l'esilarante commedia di Fatih Akin

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La vitalità del cinema d'autore in un metissage attoriale, produttivo, narrativo. È Soul Kitchen [+leggi anche:
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la sorpresa del concorso di Venezia 2009, fuori dagli schemi, del regista del celebrato e premiato La sposa turca [+leggi anche:
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(Orso d'Oro a Berlino), Fatih Akin. È la forza di un regista turco-tedesco di seconda generazione che gioca sui diversi caratteri "etnici", al limite della macchietta, senza mai superare la soglia del grottesco che sprofonda nel ridicolo. È la via della commedia che è qualcosa di molto difficile da manipolare nel cinema europeo attuale.

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In fondo Fatih Akin non racconta nulla di particolarmente nuovo e originale. Zinos (Adam Bousdoukos) è il giovane proprietario del ristorante Soul Kitchen che sta attraversando un periodo sfortunato. E che, come una calamita, attira ogni sorta di calamità. Nel giro di poche sequenze si vede sfuggire il suo adorato locale, la fidanzata volata in Cina per sogni di carriera professionale e la salute, per via della schiena che di colpo gli si blocca con tanto di medico che parla di possibile paralisi se non si opera in quattro e quattr'otto. Ma i suoi conti sono in rosso e la Germania sembra gli States: senza assicurazione privata... Ed è proprio quando si tocca il fondo, ché più in giù non si può andare, che la vita può riservare le sue sorprese. Grazie a un fratello in semilibertà (Moritz Bleibtreu), a un cuoco idealista (Birol ünel), a una cameriera disinteressata aspirante pittrice (Anna Baderke), a una fisioterapista appassionata di medicina alternativa (Dorka Gryllus)...

In un turbinio di gag, di accenni quasi da slapstick comedy (il funerale della nonna della fidanzata e il 'medico' turco spaccaossa), di adorante estetismo verso il cibo e la sua preparazione. Fatih Akin lavora sul plot senza freni, senza aver mai paura di esagerare (anche se gli succede), in una sorta di libertà creativa nella messa in scena che è la vera forza di una commedia al limite del demenziale. Certo il regista di La sposa turca e Ai confini del paradiso [+leggi anche:
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si fa vedere quando sceglie le inquadrature più azzardate per sottolineare la grandezza del cibo e della compagnia che anima il suo locale, il suo film. Come quando dall'alto segue un cameriere che tra la folla di avventori cerca di portare tre piatti a un tavolo e il loro contenuto viene via via saccheggiato.

Una messa in scena particolarmente attenta che si avvale di attori eterogenei tra cui spicca una coppia comica che, se fossimo negli Stati Uniti, potrebbe dare adito ad altri film: Adam Bousdoukos (che ha scritto con il regista la sceneggiatura), e Moritz Bleibtreu, la star tedesca di Le particelle elementari [+leggi anche:
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di Oskar Roehler e di La banda Baader Meinhof [+leggi anche:
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di Uli Edel.

La compagine produttiva è quanto mai eterogenea e sprintosa e può portare il film ad essere venduto a ogni latitudine del nostro Vecchio Continente (se ne occupa la Match Factory). Per la Francia Pyramide Productions, per l'Italia Dorje Film e per la Germania Corazón International insieme ai finanziamenti di Filmförderung Hamburg Schleswig Holstein, Deutscher Filmfördenfonds, Filmförderungsanstalt, Nordmedia Fonds, Der Beauftragte der Bundesregierung für Kultur und Medien.

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