My Queen Karo: la nascita della generazione post-hippie
My Queen Karo [+leggi anche:
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scheda film], ode della regista belga Dorothée van den Berghe al passaggio all'età adulta negli anni ‘70, è uno dei dodici titoli in corsa per la Freccia di Cristallo del Les Arcs European Film Festival.
I dolori e le prime responsabilità sono i temi ricorrenti dei film in concorso al festival, che si svolge sulle Alpi francesi e la cui prima edizione si conclude domani.
Come nel suo apprezzato film del 2002, Girl, il semi-autobiografico My Queen Karo ha una protagonista femminile al centro: Karo (Anna Franziska Jager) ha dieci anni e vive in un appartamento occupato ad Amsterdam, nel 1974, col padre fiammingo ( Matthias Schoenaerts) e la madre vallone (Deborah François, già squatter a Londra in un altro film in concorso al Les Arcs, Unmade Beds [+leggi anche:
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scheda film]).
Cresciuta in un ambiente così liberal, la bambina impara presto che la strada dei genitori hippie non porta alla felicità. I genitori infatti — e soprattutto il padre — hanno molti ideali, incompatibili però con le loro emozioni.
La giovane Karo rappresenta la genesi della generazione post-hippie, e la traiettoria della sua maturazione è parallela alla realizzazione, da parte della generazione hippie, dell’impossibilità di far andare il mondo avanti sulla sola base degli ideali di pace e amore.
Con una macchina da presa impressionistica e agile, il direttore della fotografia Jan Vancaillie pone gli spettatori dentro il mondo chiuso della comune, che il production designer Gert Stas trasforma in uno squallido spazio, a suggerire la sua breve durata.
Prodotto da Caviar Films, IdtV Film e Tarantula, il film è uscito nelle Fiandre il 28 ottobre per KFD ed è ancora in sette sale. La co-produzione belga-olandese sarà distribuita nei Paesi Bassi da Filmmuseum dall’11 febbraio.
(Tradotto dall'inglese)
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