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FESTIVAL Paesi Bassi

Giovani sotto i riflettori a Rotterdam

di 

Le vite dei ventenni sono guardate al microscopio da vari film in lizza per i Premi Tiger all’International Film Festival Rotterdam (IFFR), attualmente in corso di svolgimento.

Il lungometraggio francese La Vie Au Ranch [+leggi anche:
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, dell’esordiente Sophie Letourneur, è il ritratto di due studentesse appena ventenni, Pam (Sarah Jane Sauvegrain) e Manon (Mahaut Mollaret), il cui appartamento è soprannominato “il Ranch”. Le ragazze fanno conversazioni infinite su abiti e ragazzi, fumo, alcol e spaghettate improvvisate per i loro numerosi e rumorosi amici.

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Con un approccio informale che mette a fuoco i dettagli della vita quotidiana più che ampie linee narrative, questo film apparentemente improvvisato, pieno di costanti chiacchiericci e movimenti di macchina sciolti, è a metà tra la fiction e il documentario, poiché Letourner ha deciso di trovare un vero gruppo di amici non professionisti, adatti alla sua idea di sceneggiatura.

Il film è già stato proposto a due festival in patria: al Premier Plans di Angers e al Belfort Film Festival, dove ha ricevuto il Premio del Pubblico (leggi news).

In guai più seri è il protagonista del danese R, prima collaborazione registica tra lo sceneggiatore Tobias Lindholm — autore del nuovo film di Thomas Vinterberg, presentato alla prossima Berlinale, Submarino [+leggi anche:
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— e del documentarista Michael Noer.

Nell’intenso dramma carcerario R, un giovane, Rune (Pilou Asbaek), finisce in prigione dove comincia presto a lottare per sopravvivere.

I registi danno al film un look cupo e aspro, aiutato da riprese a mano e virato su una palette di toni spenti. Le performance, molto sentite, aumentano l’autenticità di questo racconto di fiction, con l’utilizzo di ex carcerati nei ruoli di supporto per dare un tocco documentaristico. Un colpo di scena hitchcockiano dona alla seconda parte un’inattesa spinta energetica.

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(Tradotto dall'inglese)

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