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INDUSTRIA Svizzera

Pubblicità delle reti straniere: un danno per i professionisti svizzeri

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Ad eccezione del servizio pubblico SRG SSR idée suisse, che inietta annualmente oltre 13,5 milioni di euro tramite il Patto dell'audiovisivo, le reti svizzere private devono devolvere il 4% dei loro incassi netti alla produzione cinematografica del paese.

Le reti straniere che trasmettono dal loro paese d'origine non devono sottostare a questa disposizione legale. Il canale francese M6, che trasmette i suoi programmi nella Svizzera romanza con finestre pubblicitarie destinate al pubblico elvetico, sfugge così a ogni obbligo verso la produzione svizzera. E' per questo che la SFP (Swiss Producers’ Association) è insorta contro ciò che considera un'ingiustizia: M6 incassa il denaro degli inserzionisti reclutati in Svizzera, ma le considerevoli somme raccolte sono rimpatriate in Francia, dove la rete – secondo la convenzione firmata con il Consiglio superiore dell'audiovisivo (CSA) francese – deve devolvere "ogni anno almeno il 3,2% del fatturato annuale netto dell'esercizio precedente di ciascuno dei propri servizi a spese che contribuiscano allo sviluppo della produzione di opere cinematografiche europee". Bisogna vedere se la produzione europea è davvero beneficiaria dei contributi di M6 o se è richiesto l'intervento di un coproduttore francese.

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Per la SRG SSR idée suisse, questa diminuzione degli incassi pubblicitari potrebbe, alla fine, ripercuotersi sul suo impegno verso la produzione nazionale. Purtroppo, un'azione del servizio pubblico contro M6 per concorrenza sleale e irregolarità sui diritti di diffusione è stata avviata dal Tribunale federale. Ed è probabile che altre reti straniere – TF1 in testa – ne approfitteranno, privando il ramo professionale svizzero di redditi fondamentali.

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