In concorso - Un monde presque paisible
- Coinvolgente il “mondo quasi tranquillo” di Michel Deville. Presentato oggi nella sezione competitiva mette in mostra la forza di ricominciare dell’essere umano
“E’ un momento terribile della Storia, dal quale per molti è stato necessario distanziarsi, senza però perderne l’emozione e la determinazione necessarie a ricostruire un futuro migliore”. Le parole di Michel Deville in competizione nella sezione della Mostra “Venezia 59” con Un monde presque paisible , non tradiscono commozione ma certamente un grande coinvolgimento ed una straordinaria partecipazione. Fondamentali entrambi per ricostruire attraverso le immagini il racconto di un gruppo di ebrei nella Parigi dell’immediato dopoguerra. Personaggi straordinari riusciti a sopravvivere a un conflitto dal cui ricordo cercano di allontanarsi per “ricucire” un mondo nuovo e quasi sereno.
Riuniti dalle comuni giornate di lavoro nell’atelier di confezioni per signora di Monsieur Albert e con ancora davanti agli occhi gli atroci ricordi e le dolorose perdite subite, i nove protagonisti pur con il cuore appesantito da quel cataclisma vogliono ancora aspettarsi qualcosa dalla vita. Si innamorano, si interrogano e si riappacificano, ma soprattutto tornano a sorridere e a voler ricostruire per sé, per la propria moglie e per i propri figli.
“Credo all’incantesimo, all’intuizione, agli incontri e al caso - ha detto il regista francese - e anche al lavoro sul gesto e sulla parola perché assicura pienezza e leggerezza allo stesso tempo. E per un racconto come questo un approccio così si imponeva”. Ispirato al romanzo di Robert Bober “Quoi de neuf sur la guerre” Michel Deville porta sullo schermo la stessa economia narrativa del romanzo, realizzando una storia sobria in cui si intrecciano le vite dei protagonisti che con straordinario pudore riemergono dalle proprie inenarrabili sofferenze con semplice e luminosa vitalità.
“Sul set – ha concluso Deville – si è creata un’atmosfera di commozione e partecipazione e spesso le prime riprese erano le migliori. E’ stata una vera avventura nell’inatteso e nell’imprevedibile e le lacrime degli attori sulla scena erano tutte vere”.
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