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DISTRIBUZIONE Francia

Passaggio al digitale: Pyramide suona l'allarme

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Dopo il parere negativo dato a inizio febbraio dal Garante della concorrenza sul progetto del Centre National du Cinéma et de l’image animée (CNC), che consisteva in un fondo di mutualizzazione destinato ad aiutare le sale cinematografiche francesi ad equipaggiarsi per il digitale (al fianco dei meccanismi di finanziamento già esistenti sul mercato), Eric Lagesse, direttore di Pyramide Distribution, manifesta la sua preoccupazione.

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Cineuropa: La proiezione digitale sarà fonte di risparmio per i distributori indipendenti?
Eric Lagesse: Tutt'altro. Andrà a vantaggio di coloro che distribuiscono i film in 700 copie, successivamente spazzate via, che quasi non si muovono dalle sale. I distributori indipendenti rimangono su un numero ragionevole di copie, che fanno poi girare. Il fondo di mutualizzazione del CNC andava a formare una cerchia comprendente buona parte delle sale. Noi vi saremmo entrati pagando un VPF (Virtual Print Fee) per copia e, successivamente, il film avrebbe potuto girare di sala in sala quanto volevamo. E' così che lavoriamo e facciamo ingressi.

Con il parere negativo del Garante della concorrenza - gli investitori terzi la consideravano concorrenza sleale in ragione dell'intervento pubblico del CNC - si riparte da una proposta assolutamente indecente degli investitori terzi: ogni volta che si cambia sala, si paga un VPF, ossia 600 euro per entrare in una sala, 300 euro due settimane dopo per entrare in un'altra, 200 euro una settimana dopo per una terza sala, e così via. Alla fine dei conti, la copia ci costerebbe da 1.600 a 1.800 euro. Non possiamo permetterci questo prezzo e anche i produttori ne risentiranno indirettamente.

Quali sarebbero le conseguenze sulla diffusione dei film?
Il VPF è un principio di solidarietà. I distributori si impegnano a pagare per sette anni un VPF da 600-650 euro circa, più il trasporto, ossia più o meno il prezzo medio attuale per copia. Le nostre spese di distribuzione non si abbasseranno per sette anni: permetteranno alle sale di equipaggiarsi. Ma con questo sistema dell'investitore terzo, andiamo anche a ingrassare le casse di Arts Alliance e Ymagis. E ci saranno sale in cui non andremo più, che non avranno più film, perché i distributori non vorranno ripagare 200 euro ogni volta che la copia circola.

Se i poteri pubblici, il ministro della Cultura e il CNC lasciano fare, ci si ritroverà con un serio problema di diversità culturale. Faremo come gli americani che escono in una sala, forse due, poi fermeremo la circolazione della copia. Sarà finita per i Tony Gatlif, i Philippe Faucon e tutti gli autori che girano nelle sale per uno, due o tre mesi. E i loro film non faranno più 100.000 entrate, bensì 50.000.

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(Tradotto dal francese)

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