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INDUSTRIA Spagna

Allarme dei produttori sul pericolo della pirateria per l'economia spagnola

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La pirateria ha causato nel 2008 la perdita di 10.600 posti di lavoro e di 1.357 milioni di euro nel settore delle industrie culturali, composto da cinema, musica e serie tv, che ha generato nello stesso anno 1,2 milioni di posti di lavoro e 62.000 milioni di euro. E' quanto emerge dallo studio “Costruendo l'economia digitale: l'importanza della difesa dell'impiego nelle industrie creative dell'Unione europea”, presentato ieri nella sede dell'Accademia di Cinema dalla federazione delle associazioni di produttori spagnoli FAPAE e dai principali sindacati.

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Lo studio, nel quale Philippe Hardouin, presidente di PH&CO, ha analizzato l'impatto socioeconomico della pirateria sulle industrie culturali (cinema, musica, televisione e videogiochi) di cinque paesi europei, prevede che nel 2015 si perderanno in Spagna 86.000 posti di lavoro e 9,5 milioni di euro.

Dopo la presentazione dello studio, si è tenuto un incontro cui ha partecipato Pedro Pérez, presidente di FAPAE. Tutti i partecipanti hanno sottolineato la necessità di un dibattito sociale sulla pirateria e di un diverso modello di negoziazione che consideri le possibilità di crescita di Internet e le trasformi in opportunità di impiego e di entrate, garantendo la protezione della creatività e di un'adeguata retribuzione.

Secondo quanto emerso dall'incontro, la situazione attuale non soddisfa queste esigenze e pertanto si chiedono misure legislative adeguate, così come la creazione di un Osservatorio Industriale dell'Audiovisivo e dell'Impiego che contribuisca allo sviluppo e alla competitività del settore audiovisivo, e di un Foro di Organizzazioni Culturali che stimoli il dibattito sociale.

Dopo la presentazione a Bruxelles il 17 marzo, lo studio sta girando i paesi oggetto dell'analisi: la settimana scorsa è stata la volta del Regno Unito (leggi la news).

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(Tradotto dallo spagnolo)

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