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INDUSTRIA Italia

L'allarme occhiali 3D non spaventa il pubblico

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L'allarme lanciato nei giorni scorsi sulla pericolosità degli occhiali 3D non ha intimorito gli spettatori, che nel week end del 21-23 marzo hanno portato Alice in Wonderland di Tim Burton in testa al box office con un incasso di oltre 3 milioni di euro.

In seguito ad una richiesta dell'associazione di consumatori Codacons, il 15 marzo scorso il Consiglio Superiore di Sanità aveva espresso il proprio parere (non vincolante) sull'utilizzo degli occhiali per la visione dei film in 3D, che potrebbe arrecare disturbi come nausea, vertigine ed emicrania ai bambini al di sotto dei 6 anni.

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Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, aveva quindi inviato una circolare agli esercenti della sale cinematografiche, suggerendo che sia garantita agli spettatori l'informazione che l'utilizzo di occhiali 3D è controindicato per i bambini e che l'utilizzo negli adulti vada limitato nel tempo, per una durata complessiva non superiore a quella di un singolo spettacolo.

Preoccupata per gli effetti negativi sugli incassi, l'Anica, l’associazione delle industrie cinematografiche che raccoglie i produttori, i distributori e le industrie tecniche del cinema italiano, ha chiesto una "discussione aperta e obiettiva" prima di prendere decisioni definitive, invitando a "trovare le soluzioni migliori per gli imprenditori, ma soprattutto per il pubblico, che ha mostrato di gradire molto la nuova tecnologia e si è per questo riavvicinato al cinema".

A tranquillizzare tutti è intervenuta infine la Società di Oftalmologia (SOI) che ha sottolineato come non ci sia nessun pericolo per genitori e figli.

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