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INDUSTRIA Francia

L’ARP reclama un piano consensuale di transizione al digitale

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Entrata a gamba tesa dell'ARP (società civile degli Autori-Registi-Produttori) nel dibattito sul passaggio alla proiezione digitale, che sta agitando tutta l'industria cinematografica francese (leggi l’articolo). L’ARP chiede la messa in atto urgente di un piano consensuale di transizione al digitale per l'equipaggiamento delle sale dei piccoli e medi esercenti.

Stimando che la situazione economica dei produttori francesi non è comparabile a quella degli studios americani che hanno accettato il principio del VPF (Virtual Print Fee), l’ARP sollecita un modello alternativo. "Il principio della contribuzione digitale obbligatoria, se ha dei pregi nell'ambito di un sistema mutuale e sotto il controllo di un'autorità pubblica come il Centre National du Cinéma et de l’image animée (CNC), contiene nella versione proposta oggi dal CNC rischi certi per il piccolo e medio esercizio, così come per i distributori indipendenti, che dovranno soffrire del potere esercitato rispettivamente dai distributori importanti e dai grandi circuiti di esercenti. A scomparire potrebbe essere tutta la diversità della programmazione in Francia, finora difficilmente tutelata".

L’ARP reclama dunque un piano consensuale di transizione al digitale, che sarebbe finanziato da una parte del Grande Prestito riservato al ministero della Cultura, da tasse sulla pubblicità nelle sale cinematografiche e dalle sovvenzioni delle collettività territoriali. Secondo l’ARP, questo piano permetterebbe a circa 3000 sale in Francia di passare al digitale senza per questo diventare dipendenti da operatori che dettano la programmazione. In cambio di questo sostegno, queste sale si impegnerebbero a pianificare una programmazione in accordo con il CNC.

(Tradotto dal francese)

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