EPC: a favore del digitale, ma contro l’uniformazione
di Cineuropa
Lo European Producers Club (EPC), associazione che raccoglie i maggiori produttori cinematografici europei indipendenti, ha annunciato che supporterà la conversione al digitale e si opporrà invece alla licenza pan-europea.
La posizione ufficiale dell’associazione è la seguente: “L’EPC approva ogni iniziativa nazionale mirata all’investimento per la conversione al cinema digitale attraverso fondi di mutualizzazione, incentivi fiscali, garanzie bancarie, etc. L’EPC supporta inoltre tutti i sistemi di VPF (Virtual Print Fee) che non escludano alcun film o distributore specifico, perché questo porterebbe al monopolio e all’omogeneizzazione del mercato da parte degli studios più grandi. L’EPC è contrario ad ogni tipo di sistema che crei distorsioni finanziarie tra film, e sostiene quindi i sistemi di VPF aperti a tutti.
L’EPC dichiara nuovamente la necessità di usare grande attenzione per proteggere le opere dalla pirateria. Nello spirito della conversione digitale, l’EPC spera che il taglio dei costi di proiezione possa portare ad avere un maggior numero di film nelle sale, e possa promuovere la varietà di film e distributori. Il cinema digitale contribuirebbe così in maniera corretta e concreta alla fioritura dell’industria cinematografica europea”.
Per quanto riguarda la licenza pan-europea, l’associazione ha sottolineato la sua opposizione: “Sono varie le ragioni della nostra posizione: per prima cosa, gli incassi generati da una licenza pan-europea sarebbero assai minori di quelli provenienti dalle vendite per singolo paese. Come abbiamo già visto in passato, il rimborso in un secondo mercato è impossibile. In secondo luogo, la territorializzazione della distribuzione si lega a due vincoli del mercato — budget e promozione — che rendono una distribuzione pan-Europea impossibile.
In questo caso, la sotto-capitalizzazione delle case di produzione e i loro problemi di liquidità determinano il fatto che i film hanno bisogno di uscire il prima possibile per far recuperare l’investimento il prima possibile. Un’uscita pan-europea non sarebbe la soluzione adatta a questo tipo di distribuzione rapida.
Per quanto concerne la promozione, i vincoli legati ai mezzi di comunicazione, fondamentali per la promozione, sono ovvi: la prima conseguenza diretta di una licenza pan-europea sarebbe l’uniformazione del linguaggio, a favore dell’inglese, ed il silenzio delle nostre lingue native. Avremmo un'unica lingua di mercato, e la perdita della nostra identità culturale”.
(Tradotto dall'inglese)
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