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2009: un anno di alti e bassi

- Le produzioni locali ancora una volta hanno mostrato il loro talento e interesse a livello internazionale. Però a volte sono sorte divisioni interne, soprattutto sulle riforme del finanziamento statale e l'obbligo per le televisioni di investire nella produzione cinematografica.

Nel corso del 2009 il cinema spagnolo ha fatto mostra delle sue migliori virtù e dei suoi peggiori difetti, il tutto accompagnato da una serie di riforme decisive. Le produzioni locali hanno nuovamente dimostrato il loro enorme talento e fascino internazionale, capitanate da Agora [+leggi anche:
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, tra le altre. Tuttavia in certi momenti si sono scatenate delle divisioni interne, soprattutto per le riforme del sistema di finanziamenti pubblici e per l’obbligo delle televisioni di investire nella produzione cinematografica. Queste continue diatribe, unite a un nuovo aumento nel numero delle produzioni, che indica come molti non capiscano la dimensione industriale del cinema, hanno come conseguenza che, in tempi di grave crisi, l’immagine pubblica del settore non migliori.

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IL NUMERO DI PRODUZIONI CRESCE (DI NUOVO)
Durante il 2009, il numero di produzioni realizzate in Spagna ha ricominciato ad aumentare, raggiungendo le 186, di cui 51 coproduzioni (anche se solo 137 sono state distribuite nei cinema), e questo dato piace a sempre meno gente. Queste produzioni, molte delle quali hanno budget di partenza molto ridotti, non riescono a pervenire alla fase della distribuzione con qualche possibilità di ottenere un posto al box office a meno che non abbiano alle spalle potenti aziende televisive. Così, di tutte le pellicole spagnole distribuite l’anno scorso, soltanto 16 hanno incassato più di un milione di euro e sono cinque hanno superato il milione di spettatori.

Sempre più professionisti e istituzioni sostengono la necessità di adattare il numero di pellicole al mercato, opinione difesa anche dal presidente dei produttori, Pedro Pérez (FAPAE). Così, la riforma dei finanziamenti pubblici dell’ICAA, diretto da Ignasi Guardans a partire dall’anno scorso, ha riflesso questa volontà in un decreto ministeriale la cui approvazione,su domanda dell’agguerrito collettivo Cineastas contro il decreto è rimasta in sospeso a Bruxelles per alcune settimane cariche di tensione. Anche se non è ancora stata messa in pratica, dal momento che i beneficiari degli aiuti saranno annunciati nella seconda metà dell’anno, l’idea del decreto è quella di favorire la produzione di pellicole più importanti e ambiziose.

IL PUBBLICO TORNA AL CINEMA
Nonostante tutto, la seconda metà del 2009 sarà ricordata come una delle migliori stagioni degli ultimi tempi per il cinema spagnolo, con picchi del 47% delle quote di mercato. Inoltre, cosa più importante, film come Agora [+leggi anche:
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e, soprattutto, Cella 211 [+leggi anche:
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intervista: Daniel Monzón
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(col suo grande trionfo ai Goya), hanno dimostrato che è perfettamente possibile per una produzione spagnola entrare in contatto col pubblico senza rinunciare al rigore artistico. In ogni caso, la quota del cinema spagnolo durante il 2009 è stata poco meno del 16%, al di sotto del suo reale potenziale, che le istituzioni collocano al 25%.

LE ISTITUZIONI DECIDONO
A metà dell’anno scorso, due erano le grandi sfide che aspettavano l’appena nominato ministro della Cultura Ángeles González Sinde: la pirateria e il conflitto tra produttori e televisione. E non si può certo accusare il Governo di paralisi, dato che sono state approvate delle leggi per regolare entrambi i conflitti, quella sull’Economia Sostenibile e quella sulla Comunicazione Audiovisiva.

Il primo problema si presenta più complesso per la capacità dei pirati di adattarsi in modo rapido ed efficace a qualsiasi regolamentazione. La Spagna, in testa a tutte le statistiche sulla pirateria, ha incentrato la sua attenzione non sugli utenti finali, ma sui siti web che rendono accessibile questo materiale. Diversamente dagli altri Paesi Europei, questa risoluzione privilegia la protezione degli utenti.

Più concreto si presenta il conflitto fra televisioni e produttori. La nuova legge dispone che i primi siano costretti a destinare il 5% dei loro incassi alla produzione audiovisiva, ma include una clausola di vitale importanza: il 40% di questa quantità può essere investito nella produzione di serie televisive, un format prima d’ora non considerato. Si tratta senza dubbio di una concessione alle televisioni, per le quali le serie rappresentano un settore strategico di grande profitto, per cui la percentuale destinata al cinema scenderà sicuramente al 3%. Se confrontiamo questi dati con quelli del 2008, per il cinema spagnolo, che riceve più fondi dalle televisioni che dallo Stato, la perdita sarà approssimativamente di 50 milioni di euro.

Tuttavia, la maggiore preoccupazione del direttore dell’ICLA, in questo momento, è la digitalizzazione delle sale cinematografiche, che procede a passo molto lento e per la quale non esiste un modello valido e accettato da tutti i settori.

PERSONAGGI CHIAVE
GERARDO HERRERO – 322
Il produttore più prolifico e internazionale del panorama spagnolo ha finalmente visto premiati i suoi sforzi con l’Oscar conseguito per Il segreto dei suoi occhi. La sua posizione, in un punto equidistante fra il rigore artistico e l’ attenzione per il pubblico, diviene un punto di partenza per comprendere il valore industriale del cinema.

ÁLEX DE LA IGLESIA – 350
Già si conosceva la sua capacità di conquistare il pubblico con ciascuna delle sue pellicole, ma finora non aveva ancora dato prova della sua capacità di muoversi nell’ambito dell’industria, cosa che ha ampiamente dimostrato da quando è presidente della Academia del Cine (come dimostra il fatto che abbia ottenuto che Pedro Almodóvar assegnasse il Goya al miglior film).

IGNASI GUARDANS – 377
Probabilmente il direttore dell’ICAA non desiderava la visibilità ottenuta negli ultimi mesi. Tuttavia non si poteva aspettare niente di diverso considerando l’impatto che il suo profilo profondamente riformatore ha avuto in un’industria così tendente all’immobilismo, come quella cinematografica. Nel bene o nel male, il settore dà l’impressione di avanzare secondo un piano ben definito.

DANIEL MONZÓN – 352
Questo ex critico ha conquistato pubblico e critica per l’amore verso la settima arte che traspare dal suo film Cella 211. Un successo totale conseguito nell’ultima edizione dei Goya (otto premi) e che può vantare la creazione di Malamadre, destinata a entrare nella galleria dei personaggi essenziali della storia del cinema spagnolo.

I PIU’ ATTESI
Autori affermati – Álex de la Iglesia (A Sad Trumpet Ballad), Fernando león (Amador), Icíar Bollaín (Even the Rain [+leggi anche:
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), Julio Médem (Room in Rome [+leggi anche:
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) -, grandi coproduzioni – Alejandro González Iñárritu (Biutiful), Woody Allen (You Will Meet a Tall Dark Stranger), Andrew Douglas (The Perfect Assassin), Andrucha Waddington (Lope [+leggi anche:
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) -, giovani registi in cerca di definitiva consacrazione – Achero Mañas (Todo lo que tú quieras), Daniel Sánez Arévalo (Primos), Juan Carlos Fresnadillo (Intruders), Rodrigo Cortes (Buried), Jaume Balagueró (Flatmate), Daniel Carpalsoro (Invasor) – e promettenti opere prime – Eugenio Mira (Agnosía), Guillem Morales (Julia’s Eyes), Kike Mailló (Eva), Eduardo Chapero-Jackson (Verbo), Xavi Giménez (Tranquillity Valley) -, fra i più attesi dei prossimi mesi.

STATISTICHE DEL 2009
Popolazione: 46.745 milioni di abitanti
Numero di film prodotti: 186 (incluse 51 co-produzioni)
Spettatori totali: 109.986 milioni (107.8 nel 2008)
Totale incassi: 671.043m€ (619.92m€ nel 2008)
Spettatori del cinema spagnolo: 17.48 milioni (14.35 nel 2007)
Incassi del cinema spagnolo: 104.367m€ (81.61m€ nel 2007)
Quota del cinema spagnolo: 15.89% (13.32% nel 2007)

BOX OFFICE 2009
1. Up – 24,618,756€
2. Avatar [+leggi anche:
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– 22,983,897€
3. L’Era Glaciale 3: L’Alba dei Dinosauri – 21,686,200€
4. Agora – 20,405,735€
5. Saga di Twilight: New Moon – 18,810,154€
6. Angeli e Demoni – 15,605,231€
7. 2012 – 14,408,233€
8. Harry Potter e il principe mezzoSangue [+leggi anche:
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– 13,971,647€
9. Gran Torino – 12,777,134€
10. Il curioso caso di Benjamin Button – 12,193,845€

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