Risultati della consultazione pubblica sul cinema digitale
Il programma MEDIA ha appena pubblicato sul suo sito Internet i risultati della consultazione pubblica lanciata da metà ottobre a metà dicembre 2009 sulle «Opportunità e sfide per il cinema europeo nell'era del digitale». L'obiettivo di questa consultazione era di raccogliere informazioni e le opinioni di tutte le parti interessate sul tema del cinema digitale, in particolare l'aspetto della distribuzione del digitale nelle sale e l'attrezzatura digitale di cui dispongono le sale cinematografiche europee.
Le informazioni raccolte aiuteranno la Commissione europea a redigere una “comunicazione sulle opportunità e le sfide del cinema europeo nell'era del digitale” dopo l'estate, e pensare a un nuovo meccanismo di sostegno alla digitalizzazione delle sale con la proposta di un'ampia programmazione di film europei.
La consultazione era aperta a tutti i protagonisti del cinema digitale. Le domande erano rivolte in particolare ai professionisti del settore (esercenti, distributori, produttori, agenti di vendita), alle agenzie nazionali e regionali del cinema così come ad altri organismi pubblici e privati. La Commissione ha registrato 329 risposte, di cui la metà da esercenti e un 30% da produttori e distributori. Tutti i contributi sono stati analizzati accuratamente ma, vista la natura confidenziale di certi dati, è stata poi pubblicata solo una sintesi dei risultati della consultazione.
Le risposte riguardavano diverse tematiche: gli aspetti tecnici, il ruolo degli esercenti, la distribuzione, il finanziamento e la formazione. Di seguito alcune delle questioni affrontate:
- La maggioranza si pronuncia a favore di un unico standard, (DCI), interoperabile, anche se esiste ancora un dibattito tra le risoluzioni 2K e 1,3K.
- Il problema della disponibilità delle copie digitali è stato ugualmente messo in evidenza, soprattutto per quanto riguarda i film europei (solo il 40% dei film sarà interessato).
- Più della metà degli esercenti che hanno risposto ha pagato di tasca propria le attrezzature, gli altri hanno fatto ricorso a fondi pubblici, a formule di leasing, a partnership pubbliche o private; i tempi di restituzione degli investimenti sono dai 5 ai 6 anni in media.
- I contenuti alternativi attirano nuove fette di pubblico ma gli incassi restano poco significativi.
- I distributori devono contribuire a far fronte ai costi delle attrezzature ma considerano il digitale allo stesso tempo un'opportunità e un rischio: i vantaggi possono essere di tipo economico, ma si rischia la concentrazione dell'offerta e la concorrenza tra i contenuti
- Gli esercenti e i distributori indipendenti esprimono le loro riserve sugli accordi VPF. Sono state formulate proposte per assicurare la complementarietà tra gli aiuti pubblici e i modelli VPF.
- I fondi pubblici possono servire a prendere in considerazione tutte le sale e la diversità dell'offerta filmica.
- Si potrebbe creare una forma di aiuto europeo in proporzione alla programmazione di film europei garantita dalle sale integrato da aiuti locali e nazionali; il sostegno potrebbe riguardare l'accesso al credito e i costi legati alle attrezzature (cabine di proiezione, manutenzione).
(Tradotto dal francese)
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