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FESTIVAL Italia

Cinema Ritrovato, a Bologna un viaggio nel tempo

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Si è aperta con la copia restaurata de Il Gattopardo di Luchino Visconti, sabato 26 giugno, la XXIV edizione de Il Cinema Ritrovato, appuntamento clou della ricca stagione di iniziative (retrospettive, mostre, convegni, restauri, proposte editoriali) della Cineteca di Bologna: non un festival come tutti gli altri, ma “un’occasione unica di incontri e di scoperte”, spiegano Giuseppe Bertolucci e Gian Luca Farinelli, presidente e direttore della Cineteca, vero punto di riferimento per studiosi e appassionati.

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I numeri parlano chiaro: oltre mille accreditati da tutto il mondo e più di trecento proiezioni in otto giorni (si continua fino al 3 luglio). Impossibile tenere il conto di tutti i viaggi che questa “macchina del tempo” – parole di Peter von Baugh, direttore del festival – consente di fare. Due in particolare: nell’Europa del 1910 (“anno di star e registi”: finisce l’anonimato dei cineasti, si afferma la mitologia del divismo), e nell’Italia del 1945/48, “Anni difficili” (questo il nome della sezione) ricostruiti attraverso una carrellata di opere, da Tombolo, paradiso nero di Giorgio Ferroni a Sotto il sole di Roma di Renato Castellani, ai margini del canone neorealista (con lo sguardo rivolto anche ad altre cinematografie europee, come la Francia di Retour á la vie, film a episodi firmato anche da Henri-Georges Clouzot e André Cayatte).

Tanti i capolavori (Metropolis) e i grandi nomi presenti: Fellini e Godard protagonisti di due programmi speciali; “Il primo John Ford” indaga l’intera produzione muta (almeno quella giunta fino a noi) del futuro regista di Ombre rosse; “Singin’ in Hollywood” è il tributo a un maestro della commedia e del musical, Stanley Donen (che stasera incontra il pubblico per presentare Cantando sotto la pioggia); in “Ritrovati & Restaurati” sfilano Jean Renoir (Boudu salvato dalle acque), Rossellini (il corto Il ruscello di Ripasottile), Manoel de Oliveira (Acto da primavera).

Imprescindibile, come sempre, l’apporto delle Cineteche straniere: su tutte, quest’anno si segnala la Cinémathèque Royale de Belgique, “ospite d’onore” di un omaggio che prevede la proiezione – tra gli altri titoli – del muto La statua di carne, firmato dall'italiano Mario Almirante.

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