LOCARNO 2010 Concorso / Italia
Pietro, la parabola di un escluso
Dopo il fluviale documentario Rata Nece Biti, sull’eredità della guerra in Jugoslavia (visto qui a Locarno, poi vincitore del Torino Film Festival e del David di Donatello), Daniele Gaglianonetorna al cinema “di finzione” con Pietro, unico italiano in corsa per il Pardo d’oro, film più vero del vero nel suo tentativo, non del tutto riuscito ma generoso, di cogliere, attraverso la parabola di un escluso, il cuore della società in cui viviamo.
Soprusi, prevaricazioni, abusi (di potere, di credulità): Pietro (Pietro Casella) li sperimenta ogni giorno sulla propria pelle. Vive in una anonima periferia torinese, lavora in nero distribuendo volantini per strada: “Questa non è una comunità di handicappati” gli dice il capo, e non lo trattano molto diversamente il fratello tossico – con cui divide l’appartamento cadente ereditato dai genitori – e i suoi amici. “In fondo mi vogliono bene”, pensa lui, ma intanto si divertono a fargli fare il buffone. Costretto, o forse no, perché anche quello è un modo per trovare un posto nel mondo.
Poi, però, a sovvertire questa routine squallidamente tranquilla, ecco lei, una collega disperata quanto e più di lui. Pietro si specchia in quella fragilità così simile alla propria, crede di vedere uno spiraglio e vorrebbe condividerlo con la “comitiva”. Guai ad alzare la testa, però, a cercare di uscire dal ruolo che ti hanno assegnato: la situazione degenera, in un crescendo inevitabilmente drammatico.
Così come drammatico, perché desolato e desolante, è lo sfondo in cui si muovono Pietro, il fratello Francesco (Francesco Lattarulo, che con Casella compone un duo comico attivo in teatro e televisione), lo spacciatore Nikiniki (Fabrizio Nicastro, già visto nel secondo film di Gaglianone, Nemmeno il destino). Tra bulli che spadroneggiano in metropolitana e controllori che fanno rimpiangere i bulli, esce il ritratto di una società che ha messo al bando ogni forma di tenerezza e compassione, di un esercito di frustrati alla disperata ricerca di qualcuno di più “debole” da vessare, deridere, minacciare.
Scritto dallo stesso regista, e frutto di una lunga ricerca sulla “forma” da usare (cinema diretto? Digitale a bassissimo costo? Impostazione cinematografica classica?) che ha portato infine a coniugare low-budget e alta qualità figurativa (la fotografia è di Gherardo Gossi), Pietro è stato prodotto da Babydoc Film e la Fabbrichetta, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte. L’uscita italiana è fissata per il 20 agosto con Lucky Red, mentre le vendite internazionali sono affidate a Ellipsis Media International.
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