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VENEZIA 2010 Concorso / Francia

Happy Few, sentimenti e corpi messi a nudo

di 

Sesso a quattro nella farina, scambio di coppie, amore lesbico. Un film scandaloso al Lido? Non proprio. Happy Few [+leggi anche:
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, seconda prova di Antony Cordier, è un dramma sentimentale che mette a nudo, letteralmente, corpi e anime. Senza scandalizzare.

Cordier, che nel suo fortunato lungometraggio d'esordio Cold Showers [+leggi anche:
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(Prix Louis Delluc 2005) aveva descritto un triangolo amoroso, fa incontrare in Happy Few due coppie. Rachel (Marina Fois), sposata con il fotografo e scrittore Franck (Roschdy Zem), incontra Vincent (Nicolas Duvauchelle), cliente del laboratorio orafo in cui lei lavora. Rachel decide di invitare a pranzo Vincent e sua moglie Teri (Elodie Bouchez), una ex atleta che insegna ginnastica. Una epidermica scintilla scatta quel giorno tra Franck e Teri e presto anche Rachel e Vincent confesseranno la loro reciproca attrazione fisica.

Non si tratta di coppie in crisi, al contrario. "Nella vita, anche se sei felice speri sempre che accada qualcosa. Qualcosa che crea un diversivo", sono le parole di Rachel che aprono il film. I quattro esplorano territori utopici, credendo di poter controllare la situazione, si danno delle regole, sono convinti di mantenere questo doppio intreccio su un piano nobile, moralmente accettabile, di non scadere mai nello squallore dei sotterfugi, delle menzogne. Ma poi spingono, lentamente, sull'acceleratore del coinvolgimento sentimentale. Lo scambio sessuale diventa scambio di esistenze. E la situazione si complica.Cordier è convinto che si possano amare due persone allo stesso tempo. Ma sa bene che il prezzo da pagare può essere troppo alto.

Happy few è un piccolo gruppo di privilegiati - è stato Stendhal a coniare questa espressione - ma l'ironico titolo è una trappola. Guardando al cinema di Jacques Doillon e Bertrand Blier Cordier non porta niente di nuovo sullo schermo se non una moderna storia d'amore tra adulti che sperimentano passione, sentimenti e dolore.

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