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VENEZIA 2010 Concorso / Italia

Costanzo e l'horror dei sentimenti

di 

Ops, sbagliato sala. Questa dev'essere una retrospettiva dei film anni 70 del maestro del thriller Dario Argento. No, è proprio lui, l'atteso, attesissimo La solitudine dei numeri primi [+leggi anche:
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intervista: Luca Marinelli
scheda film
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di Saverio Costanzo, quarto italiano in Concorso alla Mostra tratto dal best seller omonimo firmato da Paolo Giordano (un milione di copie in Italia nel 2008 e tradotto in 40 Paesi).

Costanzo ha cambiato ancora stile, dopo il documentaristico Private, Pardo d'oro a Locarno 2004, e il minimalista In memoria di me, in concorso alla Berlinale 2007. Nella Solitudine dei numeri primi, definito dal direttore della Mostra Marco Müller "un thriller soprannaturale", c'è il cinema horror e sci-fi anni 70, di cui si è nutrito Saverio da ragazzo: Argento, Carpenter, Kubrick. E c'è il cinema esistenziale di Bergman e Antonioni.

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Costanzo lo definisce infatti un "horror dei sentimenti, qualcosa di analogico, di blue elettrico". Sarà anche per la colonna sonora, punteggiata di synth stile Goblin e canzoni disco. "Il film è datato: dall'84 si passa al '91 e poi al 2001, la musica doveva servire a storicizzare le tre epoche, fare molto rumore e dare il silenzio per la resa dei conti finale".

I tre livelli temporali si intersecano per i 118 minuti del film per raccontare di Alice e Mattia, un'infanzia segnata dalla tragedia, lei anoressica e lui autolesionista, che si riconoscono nel dolore e costruiscono un'amicizia che durerà nel tempo. "Due immagini archetipiche della ferita originaria", riflette il regista.

Una storia che i lettori del libro conoscono bene. Per questo Costanzo ha ricostruito la struttura cronologica in più piani di lettura incrociati, spostando in avanti gli eventi tragici che l'autore del libro aveva esposto subito: l'incidente con gli sci che rende Alice claudicante e l'abbandono da parte di Mattia della sorellina gemella autistica, che non si ritroverà mai più. "Avevo bisogno di creare lo spaesamento richiesto da un film, spostando la domanda da 'cosa accade?' a 'perchè accade?'" spiega il regista.

Paolo Giordano, che ha collaborato alla sceneggiatura, conferma: "Non avevo voglia di rivivere una storia che mi aveva ossessionato e ho subito dimenticato il libro come oggetto prodotto da me".

Ma il lavoro maggiore Costanzo l'ha concentrato sul corpo degli attori protagonisti, Alba Rohrwacher e l'esordiente Luca Marinelli, che hanno rispettivamente perso e guadagnato diversi chili di peso in una metamorfosi del dolore. "Abbiamo avuto la possibilità di raccontare l'epica dei corpi, autentica e pura, che è un elemento politico dell'oggi e che mi sembra anche uno dei fili conduttori dei film di questo festival", conclude Costanzo.

In attesa del verdetto della giuria internazionale, la coproduzione Italo-tedesca -francese arriva nelle sale italiane domani in 380 copie con Medusa.

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