La Lapponia di Karukoski conquista i finlandesi
di Annika Pham
Uscita venerdì per Sandrew Metronome su 81 schermi, la commedia road-movie di Dome Karukoski, Lapland Odyssey è andata subito in prima posizione, superando Despicable Me (UIP) con un nuovo record per il cinema locale.
Con oltre 46.000 biglietti venduti, il quarto lungometraggio di Karukoski è la migliore uscita finlandese nel 2010, e la quinta miglior uscita del decennio per un titolo locale. Un successo meritato per un regista allineato con i gusti del pubblico di casa, che ha scelto volontariamente di allontanarsi dai suoi drammi giovanili per raccontarne uno molto serio — la disoccupazione in Lapponia — in modo divertente.
Da subito, Karukoski trova il suo tono e mostra le sue doti registiche: davanti ad un albero, in mezzo ad un campo innevato, dove i suoi antenati si sono impiccati per generazioni, il narratore racconta, in maniera comica ma molto reale, il motivo per cui la Lapponia ha un così alto tasso di suicidi. Solo la fine svelerà se il narratore abbia (o meno) scelto la stessa strada: nel frattempo, il pubblico conosce il protagonista, Janne (Jussi Vatanen), sempre sdraiato sul suo divano.
Quando la graziosa fidanzata Irina (Pamela Tola) gli chiede di riprendersi, e minaccia di lasciarlo entro il giorno dopo se non trova un decoder per la TV in digitale, la vita pacifica dell’uomo viene distrutta. Insieme a due amici (Jasper Pääkkönen e Kari Ketonen) decide allora di fare un viaggio di qualche centinaio di chilometri a nord per trovare la magica ‘digibox’. Il viaggio, nella gelida notte di dicembre, è pieno di avventure e i nemici si nascondono nel buio, fra lesbiche assassine e miliardari russi che danno loro la caccia con pistole ad acqua. Ma il vero nemico è l’ex fidanzato di Irina, che cerca di riconquistarla mentre Janne è impegnato nella sua odissea nordica. La sfida per Janne e i suoi amici è soprattutto interiore, e torneranno diversi alla fine del picaresco viaggio.
Per trovare i toni giusti e rendere credibile la storia, Karukoski ha lavorato quattro anni con lo sceneggiatore Pekko Pesonen, collaboratore del suo esordio The Beauty and the Beast. Il regista ha raccontato a Cineuropa che la sua intenzione non era solo trattare un tema serio in modo divertente, ma anche di “esplorare il senso di colpa dei finlandesi che non riescono a compiere tutti i loro doveri”.
Girata per la maggior parte di notte, in un paesaggio innevato e fiabesco, la storia è supportata dall’ottima colonna sonora del compositore irlandese Lance Hogan, che unisce folk irlandese e finlandese con i suoni di Ennio Morricone, e dà una dimensione occidentale all’epica nordica. Il film è stato prodotto da Helsinki Filmi in co-produzione con la svedese Anagram Film e l’irlandese Ripple World Pictures. Yellow Affair ha venduto i diritti di distribuzione alla francese DistriB Films dopo l’anteprima mondiale del film a Toronto.
(Tradotto dall'inglese)
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