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FESTIVAL DI ROMA L'Altro Cinema-Extra / Francia

Ce n'est qu'un début, filosofia e democrazia si imparano alle materne

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di Laurent Cantet per la fotografia senza filtri, umana e disarmante di una realtà scolastica, e a Sotto il Celio azzurro di Edoardo Winspeare per lo zoom su una comunità di piccoli adulti che sfidano i pregiudizi e mescolano allegramente i colori – dei loro disegni e delle loro pelli - Ce n'est qu'un début di Jean-Pierre Pozzi e Pierre Barougier ha in più la forza di un'istantanea politica che emerge tra le righe.

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I due registi hanno puntato per due anni il loro obiettivo su una classe materna “ZEP”, Zona Educativa Prioritaria della banlieue francese, dall'altra concentrazione di bimbi immigrati, e registrato le loro argute conversazioni nell'ambito di un laboratorio di filosofia. Dolcissimi visi rotondetti di ogni provenienza si confrontano così sul significato di parole come amore, morte, anima, libertà, sollecitati da una maestra che si pone all'ascolto stimolandoli, ma senza mai giudicare.

Nemmeno quando dicono che l'amore tra due femminucce è impossibile, a causa di un “codice”, che “la pelle nera è brutta” o, più prosaicamente, che “la mamma è intelligente perché sa che la Nutella non va messa in frigo”. Punteggiate da incursioni radio o tv dell'attualità politica francese con i noti problemi sul trattamento della diversità, le riflessioni di questi adulti in miniatura sono rivelatrici. “Da subito abbiamo deciso di non limitarci a parlare della scuola, d'altronde abbiamo girato il film negli anni di un infuocato dibattito sull'identità culturale. I bimbi mostrano come si impara a vivere insieme, ad arricchirsi della diversità degli altri e in poche parole a formarsi alla democrazia. Ci assumiamo pienamente la responsabilità di un sottotesto politico”, dicono Pozzi e Barougier. Ce n'est qu'un début uscirà nelle sale francesi il 17 novembre con Le Pacte, che ne cura anche la vendita negli altri paesi.

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(Tradotto dall'inglese)

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