FESTIVAL DI ROMA Concorso / Svizzera-Italia-Iraq
Genocidio curdo e il coraggio di una donna ne I fiori di Kirkuk
E' il primo film girato in Iraq dall'inizio del conflitto nel 2003, e anche uno dei pochi di genere drammatico prodotti in quella regione. I fiori di Kirkuk, coproduzione tra Italia, Svizzera e Iraq presentata in concorso al Festival di Roma e diretta dal curdo-iraniano (ma romano d'adozione) Fariborz Kamkari, è la storia di un amore impossibile, ma soprattutto un'occasione per raccontare un genocidio dimenticato: quello programmato negli anni '80 dal regime di Saddam Hussein contro la popolazione curda.
Come spesso accade quando si parla di ribellione a una società rigida (vedi, per rimanere nell'ambito di questo festival, Dog Sweat dell'iraniano Hossein Keshavarz), protagonista della storia è una donna. Najla (Morjana Alaoui) è una dottoressa giovane e appassionata, che decide, dopo gli studi compiuti in Italia, di tornare a Kirkuk per ritrovare il suo grande amore, Sherko (Ertem Eser), impegnato nella Resistenza. La donna si troverà costretta a scegliere tra i suoi nobili ideali e le severe tradizioni familiari. "Volevo raccontare una donna mediorientale che sceglie la propria vita", spiega il regista, "ne ho conosciute tante simili nella realtà, e andrebbero valorizzate di più".
Kamkari ha poi raccontato l'esperienza di lavorare in Iraq: "Era fondamentale girare il film nei luoghi veri dove si sono svolti, pochi anni fa, gli eventi. Non esiste un'industria cinematografica in Iraq, è stata una scommessa. Le persone del luogo, all'inizio, non capivano che cosa stessimo facendo, ci prendevano per matti. Poi, quando hanno realizzato che stavamo facendo qualcosa anche per loro, raccontando la loro storia, ci hanno accolti con entusiasmo e hanno collaborato".
Prima produzione internazionale strutturata in Iraq e Kurdistan, il film ha un taglio occidentale: "Il dramma, come contrapposizione dialettica di punti di vista, non appartiene alla tradizione orientale, in cui domina una visione unitaria e poco frammentata. Il mio obiettivo era rendere un plot narrativo di tipo occidentale attraverso tonalità primarie orientali". E nel far questo, Kamkari ha ammesso di essersi ispirato ai grandi film di guerra italiani, in particolare a Roberto Rossellini.
Prodotto dall'italiana FARoutFILMS, in coproduzione con T & C Films (Svizzera), Oskar (Italia) e Visual K Productions (Iraq), I fiori di Kirkuk sarà distribuito in Italia il 19 novembre da Medusa Film, mentre la distribuzione internazionale è affidata ad Adriana Chiesa Enterprises.
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