email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FESTIVAL DI ROMA Alice nella città / Italia

L’estate di Martino, tra Storia e fiaba

di 

Raccontare un’estate di sangue (quella del 1980, due stragi – l’abbattimento del DC-9 nei cieli di Ustica e la bomba alla Stazione di Bologna – in poco più di un mese) filtrandola attraverso gli occhi di un adolescente: e, allo stesso tempo, rileggere le tragedie della Storia contaminandole con la favola. Fino a immaginare, come già il Tarantino di Bastardi senza gloria, un finale diverso.

Qualcuno, uscendo dalla proiezione stampa de L’estate di Martino, si è stupito: “Tirare in ballo Bologna, dedicare il film alle vittime, e non mostrare l’esplosione, come se quel 2 agosto non fosse successo niente”. Eppure le parole che chiudono l’esordio di Massimo Natale, un attimo prima dei titoli di coda, sono chiare: “Sognare non vuol dire dimenticare”. Anche perché dimenticarli, quei mesi e quei morti (85 a Bologna, 81 a Ustica), è impossibile.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Si comincia proprio alla Stazione di Bologna, pochi minuti alle 10.25 del 2 agosto: sul treno in arrivo, una bella ragazza bionda guarda fuori dal finestrino, mentre il ticchettio dell’orologio nella sala d’attesa scandisce il conto alla rovescia. Poi, al culmine della “suspense”, il montaggio ci riporta indietro di qualche settimana, in Puglia, poche ore dopo i fatti del DC-9. È lì che vive Martino (Luigi Ciardo), orfano di madre, un padre padrone con cui non si può discutere, solo obbedire, e un fratello maggiore che lo tratta ancora come un ragazzino.

È curioso, Martino: della vita e dei soldati americani (tra cui il capitano Jeff Clark, Treat Williams) che vivono nella base militare lì vicino, facendo surf sulla spiaggia più bella della costa, vietata ai “civili”. Ed è coraggioso, come un cavaliere delle favole: come Dragut, il protagonista delle avventure che gli raccontava la mamma da piccolo. Un eroe che, trovando in fondo al mare una giara magica, avrebbe finalmente cancellato dal mondo il dolore delle morti violente. In fondo al mare, però, le giare somigliano alle mine: e se il sacrificio di Dragut/Martino potesse salvare la bella principessa bionda del finestrino?

Prodotto da Movimento Film in collaborazione con Rai Cinema, riconosciuto di Interesse Culturale dalla Direzione Generale per il Cinema del MiBAC, L’estate di Martino [+leggi anche:
trailer
making of
scheda film
]
è tratto dal soggetto Luglio 80 di Giorgio Fabbri (anche sceneggiatore), vincitore del Premio Solinas 2007. Le vendite internazionali sono curate da Intramovies.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy