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FESTIVAL DI ROMA Eventi speciali / Italia

Le cose che restano, una famiglia che è lo specchio del Paese

di 

In un festival già colpito dalle polemiche per le copie difettose (Carlos [+leggi anche:
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) e quelle doppiate (The Social Network), ancora discussioni e giornalisti inviperiti: stavolta la copia c’è, peccato che non sia stata prevista alcuna proiezione prima della conferenza stampa. E allora, si chiedono le penne accreditate, cosa domandare agli sceneggiatori Sandro Petraglia e Stefano Rulli, al regista Gianluca Maria Tavarelli e al cast al completo de Le cose che restano?

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E dire che, annunciata come il seguito ideale de La meglio gioventù [+leggi anche:
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(diversi i personaggi, uguale il tentativo di affrontare l’Italia pubblica attraverso il privato di una famiglia), la fiction prodotta da Angelo Barbagallo – e presto in onda su Rai1 – era uno degli eventi di punta di Roma 2010, con il suo carico di grandi temi contemporanei: l’immigrazione, l’omosessualità, il precariato.

Tutto nasce da un progetto ambizioso di Rulli e Petraglia: “Una decina d’anni fa avevamo scritto per la RAI un soggetto in otto parti. Le prime 4 parlavano dei nostri padri e sono diventate La vita che verrà; poi con La meglio gioventù abbiamo ripercorso la nostra generazione. Non ci restava che raccontare i nostri figli”. Il copione originale si chiamava The Home: la casa dello spirito, degli affetti. Quella da cui si parte e a cui si torna. Un po’ come succede ai Giordani, padre (Ennio Fantastichini), madre (Daniela Giordano) e quattro figli (Paola Cortellesi, Claudio Santamaria, Lorenzo Balducci e Alessandro Sperduti). All’apparenza una famiglia perfetta. Poi, lancinante, un dolore insostenibile che li divide: la casa si svuota, genitori e fratelli si allontanano. Intorno a loro, l’Italia di oggi in cui – spiega Petraglia – “i ragazzi hanno tantissimi problemi, sociali, economici, l’identità, gli amori, ma hanno intorno a loro un mondo che sembra fatto apposta per farli star buoni, per indurli a rientrare nell’ordine”.

Dopo il pilot della serie tv Boardwalk Empire (diretto da Scorsese), un altro esempio di come il piccolo schermo può farsi grande: “La televisione, come il cinema, la fanno i singoli”, rivendica Gianluca Maria Tavarelli, inutile ragionare per categorie, “Le cose che restano è un progetto ambizioso, ci abbiamo lavorato per anni: al confronto tanti film sembrano barzellette”.

Prodotto da BiBi Film e Rai Fiction, con la partecipazione di MFP e France 2, Le cose che restano è venduto nel mondo da Rai Trade.

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