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INDUSTRIA Italia

Confindustria: crescono i consumatori di contenuti digitali ma stop alla pirateria

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Il popolo digitale è pronto per ricevere contenuti sui supporti elettronici, ma bisogna "trasformare i pirati in clienti". E' quanto è emerso dall'incontro di ieri a Roma dal titolo “Industria culturale e tecnologie digitali: mutamenti nella domanda e nell’offerta”, organizzato da Confindustria Cultura Italia con le associazioni rappresentative di cinema, audiovisivo, editoria, musica e videogiochi.

Secondono l'analisi dei dati 2010 dell'Osservatorio permanente sui contenuti digitali, presentato durante l'incontro, il 40% della popolazione italiana maggiore di 14 anni è ormai un utente stabile di tecnologia ad alti livelli. Un esercito di 20 milioni di individui che chiede e consuma contenuti digitali. E, soprattutto, è disposto a pagare per questi contenuti digitali.

Una disponibilità che richiede una particolare attenzione alla tutela dei contenuti culturali. "Il futuro del cinema è sia in sala che su internet", ha detto Riccardo Tozzi, presidente dei produttori Anica, intervenendo all’incontro. Per Tozzi bisogna trasformare in clienti coloro che scaricano film illegalmente, superando però gli ostacoli posti dai grandi distributori, alla ricerca di nuovi modelli di business sul video on demand. Per Roberto Guerrazzi, presidente Univideo, "il digitale crea una sovrapposizione di aree di competenza che è necessario regolamentare".

"Il nostro mercato perde fatturato, i guadagni diminuiscono sempre di più e con essi si perdono posti di lavoro, tutto per colpa della pirateria e la criminalità informatica e multimediale”, afferma Gaetano Blandini, direttore generale SIAE, che guarda con favore ad un imminente iniziativa dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sull'enforcement dei diritti d'autore che sarebbe ispirata alla controversa HADOPI francese (leggi articolo).

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