Cerezo critica il mancato sostegno delle tv al cinema spagnolo
Il produttore Enrique Cerezo ha lanciato ieri un duro attacco alle televisioni private in qualità di presidente dell'Ente di Gestione dei Diritti dei Produttori Audiovisivi (EGEDA), rimproverandole dello “scarso impegno nell'acquisizione dei diritti di diffusione" di produzioni spagnole. Secondo Cerezo, "è raro vedere il cinema spagnolo sulle tv private. Non lo trasmettono, e questo è un errore, perché quando si programma del buon cinema e lo si promuove correttamente, gli ascolti ci sono sempre".
Tale atteggiamento, secondo Cerezo, rappresenta "un handicap per tutti coloro che lavorano nel settore". Sebbene abbia ammesso il ruolo fondamentale delle televisioni, soprattutto Telecinco Cinema e Antena 3 Films, nella produzione spagnola recente, avverte che "se una televisione non partecipa alla produzione di una pellicola acquistandone i diritti di diffusione, sarà praticamente impossibile che questa venga prodotta".
Queste dichiarazioni, che sono state raccolte durante un dibattito organizzato da Nueva Economía Fórum, rappresentano un nuovo episodio della storia lunga e conflittuale che contrappone produttori e televisioni private da quando è entrato in vigore, nel 1999, l'obbligo di queste ultime a investire nel cinema il 5% del loro fatturato. Nonostante tale legge sia stata ammorbidita due anni fa, riducendo la percentuale al 3%, sembra che nessuna delle due parti sia soddisfatta della situazione.
Da un'altra parte, Cerezo ha fatto riferimento alla sentenza della Corte di Giustizia della Ue sulla non conformità del canone digitale applicato in Spagna ai supporti di riproduzione, come il CD e il DVD. Il presidente di EGEDA ha così escluso ogni tipo di restituzione del denaro ricevuto finora, giacché il denaro è stato incassato "in accordo con la legislazione vigente", e ha colto l'occasione per incitare la classe politica a mettere fine rapidamente all' "attuale confusione tra libertà e gratuità".
(Tradotto dallo spagnolo)
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