email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FESTIVAL Italia

TFF: in Four Lions la “cellula demente” della Jihad

di 

Più che dormiente, quella raccontata da Chris Morris in Four Lions [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
è una “cellula demente” del jihadismo: basta dare un’occhiata ai suoi sgangherati componenti, una banda di “soliti ignoti” che oscilla tra una disarmante goffaggine e la più pura idiozia. La mente del gruppo è Omar (Riz Ahmed), ed è tutto dire: mentre si trova nel deserto pakistano per un corso avanzato di terrorismo imbraccia il bazooka al contrario e fa fuori un intero battaglione di Mujaheddin; poi ci sono Waj (Kayvan Novak), che scambia i polli per conigli geneticamente modificati, l’iconoclasta Faisal (Adeel Akhtar) che si fa riprendere solo con uno scatolone in testa, il nichilista e litigioso Al-Britanni (Nigel Lindsay) e il suo nuovo adepto rapper (Arsher Ali).

La squadra, insomma, è quanto di più scombinato si possa immaginare; l’obiettivo che hanno in mente, invece, è drammatico: un attentato nel cuore di Londra. “Le cellule terroristiche seguono le stesse dinamiche di gruppo delle feste di addio al celibato e del calcetto: c’è amicizia, scontro, incomprensione, rivalità. Il terrorismo è ideologia, ma anche idiozia”, spiega il regista, al suo esordio cinematografico dopo tanta tv satirica, che per documentarsi ha consultato “esperti, polizia, servizi segreti e centinaia di musulmani: tutti concordi nel mettere in luce l’aspetto tragicamente farsesco della jihad”.

È un ossimoro che non lascia indifferente lo spettatore: come in un moderno Dottor Stranamore, ma con il terrorismo islamico al posto della minaccia atomica, la risata si strozza in gola (specie nel finale). Ma è legittimo ridere, sia pure amaramente, di quei kamikaze al lavoro?

In Gran Bretagna, dove pure l’orrore (anche) di quel terrorismo ha colpito di recente, sì: lo dimostra questo film che fa curiosamente il paio – in concorso al Torino Film Festival – con The Infidel, altra satira, più scatenata ma ben meno urticante, del fondamentalismo. Anche se trovare i finanziamenti non è stato facile: “Molti non sono riusciti ad andare oltre la semplice reazione istintiva”, continua Morris (anche sceneggiatore con Jesse Armstrong e Sam Bain): “I produttori che hanno deciso di sostenere il film hanno capito che non volevamo attaccare una cultura, ma suggerire che uccidere non è una grande idea”.

Prodotto da Warp Films con il supporto di Film4, il film sarà distribuito in Italia da Videa CDE.

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy