Polemica sulla violenza in tv
- Il rapporto Kriegel al ministro della Cultura sui film vietati in prima serata ha scatenato le accese reazioni dei cineasti
Indignazione generale dei professionisti del cinema contro le raccomandazioni del rapporto di Blandine Kriegel “Violenza e televisione”, consegnato al ministro della Cultura e della Comunicazione, Jean-Jacques Aillangon.
Richiesta dallo stesso ministro, l’inchiesta dell filosofa raccoglie l’opinione di una commissione di 36 rappresentanti di media, università, istituzioni della medicina e del diritto. La diffusione di spettacoli violenti, sottolinea il rapporto, ha un forte impatto sul comportamento dei più giovani e la Francia è in ritardo nel piano di regolamentazione rispetto agli altri paesi europei.
Il rapporto propone inoltre di mettere fine ad un sistema di “eccezioni” che autorizza la trasmissione in prima serata (20.50) quattro volte all’anno di film vietati ai minori di 12 anni, esigendo un maggiore rigore da parte della commissione di classificazione dei film con una progressiva estensione alle videocassette, DVD, video giochi e Internet. Raccomandazioni che hanno provocato reazioni virulente tra i professionisti del cinema francese che denunciano un’aggressione alla libertà di creazione.
La Società dei registi (SRF), la Società dei produttori indipendenti (SPI) e l’Associazione degli Autori, registi e produttori ARP hanno protestato poiché la presenza di film in prima serata è una leva essenziale per potersi assicurare i finanziamenti dei produttori.
Alcuni registi, in merito alla spinosa questione della censura, affermano che il rapporto Kriegel dà un’immagine falsata della violenza sugli schermi francesi e portano a paragone la classificazione britannica. Per esempio, Ridicule di Patrice Leconte , L’ussaro sul tetto di Jean-Paul Rappeneau e La felicità è dietro l’angolo di Etienne Chatiliez sono in Gran Bretagna vietati ai minori di 15 anni e in Francia ai minori di 12 anni: un’applicazione più rigida, ovvero un divieto ai 16 anni, impedirebbe a quei film ogni possibilità di passaggio televisivo prima delle 22 e 30.
Un dato ulteriore per le conclusioni del ministro della Cultura, il quale ha chiesto un dibattito più ampio sulla questione.
(Tradotto dal francese)
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