Cannes
- Sesso, violenza, follia: nella selezione di film francesi c'è tutto quello che serve per far discutere critica e pubblico
Se l´obiettivo era far discutere, Gaspar Noé ha già fatto centro: il suo Irréversible è infatti tra i film francesi più chiacchierati di questa Cannes 2002. I presupposti per scioccare la critica ci sono tutti così come nel ´98, quando il regista argentino approdò sulla Croisette con Seul contre tous, un affresco a tinte rosso sangue sulla follia di un macellaio impazzito. «Violenza senza giudizio» e «ambiguità idelogica» furono le accuse di allora. E oggi Noé promette: ancora trasgressione. In scena la storia di uno stupro e la vendetta che il compagno della vittima metterà in atto. Realtà estreme e ambienti sordidi che toccano vertici di violenza tale di sfiorare disgusto nello spettatore: «Faccio film che trattano dell´angoscia dell´esistenza, del malessere e di tutte le parti oscure della condizione umana» racconta Noé che per Irréversible ha scelto non a caso la coppia più glamour del jet set d´oltralpe, Vincent Cassel e Monica Bellucci, insieme nella vita così come nel cinema (li abbiamo visti insieme anche nel Patto dei lupi di Christophe Gans e ne L´appartamento di Gilles Mimouni). Turba la bellezza dell´attrice italiana e inquieta il volto nervoso e violento di Cassel (lanciato da L´odio di Matthieu Kassovitz, lo abbiamo visto di recente in Birthday Girl e ora sul set di Blueberry di Jan Kounen): sul loro percorso non poteva mancare l´incontro con il regista più trasgressivo del momento. Irréversible è stato prodotto da Eskwad e Nord Ouest Production.
Sotto la bandiera francese altri tre film in competizione ufficiale: L´adversaire di Nicole Garcia, Marie-Jo et ses deux amours di Robert Guédiguian e Demonlover di Olivier Assayas.
C´è attesa per l´interessante opera della cineasta e attrice pluripremiata Nicole Garcia che per il suo L'adversaire si è ispirata al romanzo omonimo di Emmanuel Carrère. Ancora una vicenda di morte e violenza: impazzito di dolore un uomo assassina tutta la sua famiglia: moglie, figli e genitori. Poi, riesce a sopravvivere per più di vent´anni nella menzogna. La regista rispetta tutti i temi centrali della propria poetica nata da esperienze teatrali e continua a scavare nell´interiorità dei personaggi: lo aveva fatto delineando la figura di Catherine Deneuve in Le fils préféré e ora permette a Daniel Auteuil, protagonista de L´adversaire, di prorompere sulla scena come emblema di uomini giunti al bivio decisivo della vita.
Demonlover, il film che Olivier Assayas porta in Croisette, ha già una definizione: thriller hi-tech. Ambientato tra Parigi, Giappone e Stati Uniti, la narrazione si muove attorno all´universo cyber dei manga porno in 3D dove una donna diventa spia nella concorrenza tra multinazionali miliardarie. E´ un film costoso (7.32 milioni di euro) tagliato a misura su una composizione femminile d´eccezione: insieme Connie Nielsen (Il gladiatore e Ghosts of mars), Chloë Sevigny (musa del cinema americano indipendente) e Gina Gershon (Showgirls). Per Assayas una sfida: «è un film violento e inquietante su diversi piani - dice - molto inconsueto per il cinema francese oggi. Ci sono immagini esplicite di sesso e altri elementi che mi causeranno problemi con la censura negli Stati Uniti». Demonlover ha punti in comune con il precedente Irma Vep, anch´esso basato su un´idea internazionale di cinema e, secondo la scuola della rivista Cahiers du cinéma, scritto in modo sperimentale.
Dopo La ville est tranquille e A' l´attaque (proclamato dai critici britannici il miglior film della stagione passata), Robert Guédiguian ha cambiato genere ed è passato al melodramma romantico: si chiama Marie-Jo et ses deux amours il film selezionato per Cannes quest´anno. Per il cineasta di Marsiglia, da sempre attento ai problemi del proletariato e delle discriminazioni sociali, passare al melodramma è stato come raccogliere una sfida insieme alla sua compagna che è anche la protagonista del film, l´attrice Ariane Ascaride. E´ la storia di una donna che vive con angoscia la scelta d´amore tra due uomini; sullo sfondo ancora Marsiglia e le sue problematiche urbanistiche. Cambia la forma ma il lavoro del cineasta francese continua ad essere lo stesso come ripete Guédiguian: «Non penso che un genere sia superiore ad un altro. Credo che la commedia sia importante come la tragedia. In Francia è sottovalutata e io la rivendico».
Di produzione israelo-francese il film del palestinese Elia Suleiman Intervention Divine. Sembra proprio che il film sia destinato a divenire il caso politico della manifestazione: si tratta infatti di una storia d´amore che si consuma tra le terre più tormentate dei nostri giorni, Ramallah e Gerusalemme. Il sofisticato regista, vissuto per anni a New York, fece discutere anche lo scorso anno con Cyber palestine centrato sulla ricerca dell´identità palestinese.
In concorso anche un film belga, quello dei fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne dal titolo Le fils. Dopo la palma d´oro per Rosetta, i Dardenne tornano a raccontare la loro terra natia, la Vallonia, ricca di contraddizioni, miseria e disgregazione culturale. Perché il cinema, hanno ribadito i due cineasti belgi, svolge sempre una funzione sociale.
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