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INDUSTRIA Regno Unito

La The Mill chiude con il cinema

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La The Mill, una delle più importanti società inglesi per gli effetti speciali, vincitrice di un Oscar per il suo lavoro ne Il Gladiatore ha bruscamente chiuso la propria attività cinematografica per dedicarsi esclusivamente al settore pubblicitario.
L’annuncio è stato dato da Robin Shenfield, direttore della The Mill sorprendendo l’intero ambiente. Un fulmine a ciel sereno per una società di prestigio di cui sono azionisti anche i registi Tony e Ridley Scott che hanno lavorato moltissimo nella passata stagione concentrandosi su film di grande successo come Die another day (la nuova avventura di James Bond), Harry Potter e la pietra filosofale e Harry Potter e la camera dei segreti , Lara Croft: Tomb Raider, Hannibal, Cani & Gatti e Chocolat.
Robin Shenfield, nonostante gli indiscutibili successi creativi ed economici dei film curati dalla The Mill (divisa nel 1997 tra il settore dedicato all’intrattenimento e quello alla pubblicità), ha spiegato di non voler più affrontare i rischi esistenti in un’industria ‘effimera’ come quella cinematografica. “Il cinema è un settore ‘ad alto rischio’ – ha detto Shenfield – che richiede continui investimenti sempre crescenti. Questo dipende soprattutto dal fatto che le troupe americane vengono spesso a lavorare nel Regno Unito per trarre vantaggio degli incentivi fiscali. E’ per questo che abbiamo deciso di focalizzare energie e futuri investimenti sul nostro settore principale, quella della pubblicità.
Dalla sua fondazione, che risale al 1990, la reputazione della The Mill ha lasciato un segno indelebile nel mondo pubblicitario creando effetti speciali, più volte premiati, per grandi marche come Guinness, Levi’s, Mercedes, BMW e Nike.
La chiusura del settore dedicato al cinema costituisce un grosso colpo per l’industria cinematografica inglese e soprattutto per il settore della post-produzione, ma mette in evidenza altresì la generale crisi che sta vivendo in questo periodo l’industria cinematografica nel Regno Unito con circa il 40 per cento in meno di film britannici realizzati rispetto allo scorso anno e, con una diminuzione degli investimenti interni pari al 57 per cento nel 2001.

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(Tradotto dall'inglese)

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