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PRODUZIONE Islanda

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- Una legge islandese rimborsa il 12 per cento dei costi di produzione dei film girati nella terra dei ghiacci e dei geyser

Se volete ridurre i costi di produzione del vostro film… andate in Islanda. Per “diffondere la cultura nazionale e promuovere la storia e la natura d’Islanda” la Tesoreria di Stato rimborserà infatti per il quinquennio 2001-2006 il 12 per cento dei costi di produzione di tutte le produzioni cinematografiche e televisive, in aggiunta al 24.5 per cento di IVA. E se una società europea stanzia più dell’80 per cento della produzione in Islanda, riceverà il 12 per cento dell’intero budget. E tutto questo senza sottostare a particolari condizioni o contratti: basta la presenza.
“Se avete una cinepresa, l’Islanda vi regala una scenografia da un miliardo di dollari”, dice Jim Stark, produttore americano che in Islanda ha realizzato Cold Fever, protagonista Masatoshi Nagase. Unica precauzione consigliata, inserire nella troupe internazionale un co-produttore islandese: non è un obbligo, piuttosto un suggerimento amichevole per quanti non sono abituati a lavorare “in condizioni naturali e climatiche decisamente inusuali”, conferma l’amministratore delegato di Film-in-Island Ingi Ingason.
I film americani Lara Croft: Tomb Raider di Simon West e No Such Thing di Hal Hartley sono state le prime produzioni internazionali a beneficiare della nuova legge. Più recentemente, Eon Productions è tornata per girare una scena stimata 3 milioni di dollari di Die Another Day, l’ultimo 007: la troupe di 250 persone, tra cui 70 islandesi, hanno girato sulla laguna ghiacciata di Jokulsarton.

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