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DISTRIBUZIONE Italia

Pellicole oltre confine

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- Uno studio sulle difficoltà di esportare i film italiani all’estero. Soluzioni? Copro-duzioni, network, monitoraggi

Una presenza molto esigua, quella delle produzioni italiane nei principali mercati europei. La responsabilità non è da attribuire alle caratteristiche e alla qualità delle opere, quanto alla fragilità del processo distributivo. A dare le cifre, l'analisi delle prospettive e i suggerimenti per intraprendere nuove linee d'azione è una ricerca esclusiva dell'Università Bocconi di Milano promossa dalla BNL, banca partner della BEI (Banca Europea degli Investimenti) per i finanziamenti al settore audiovisivo italiano.
"Pellicole oltre confine. Gioie e dolori del cinema italiano all'estero" è il titolo della ricerca, curata dal professor Severino Salvemini, nata per fornire un quadro critico sul grado di internazionalizzazione del cinema italiano e sulle prospettive di crescita in Europa. "Le conclusioni - ha spiegato Salvemini - non sono altro che suggerimenti per aiutare gli operatori del cinema ad agire dal punto di vista imprenditoriale. L'obiettivo dovrebbe essere quello di raddoppiare quel 10 per cento attuale di vendite all'estero, come stanno facendo altre cinematografie europee".
La ricerca analizza le recenti prestazioni dei film italiani nei più favorevoli mercati europei (Francia, Spagna e Germania) con una profusione di dati che colmano la mancanza di informazione da parte delle associazioni di produttori e distributori. Per quanto riguarda i finanziamenti del Programma Media II per la distribuzione, Salvemini evidenzia che i distributori che meglio di tutti sono riusciti ad ottenere le sovvenzioni sono i belgi, seguiti da tedeschi e spagnoli, mentre le co-produzioni hanno ottenuto il 48 per cento dei finanziamenti comunitari. Solo 6 film italiani hanno beneficiato del Programma media negli ultimi 3 anni.
Le misure indicate dal rapporto della Bocconi riguardano dunque l'opportunità di intensificare le co-produzioni; monitorare il ruolo dei venditori all'estero; concentrare le vendite su un numero inferiore di Paesi; dare più sostegno al percorso post-vendita del film; integrarsi maggiormente con i distributori esteri; elaborare un piano di azione concreto triennale con un budget preciso di investimenti e risultati, sostenuto dal ministero per i Beni Culturali, ministero degli Esteri e ICE, Istituto per il Commercio con l'Estero. "Stiamo potenziando i servizi per la diffusione del cinema italiano all'estero" ha fatto eco il ministro Giuliano Urbani, intervenuto alla presentazione della ricerca. Tra le strategie indicate da Urbani, l'apertura ai mercati in espansione (Russia e Cina); l'alleggerimento della pressione fiscale sulle coproduzioni; la creazione di network di sale europei che privilegino la produzione di qualità.

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