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CULTURA Francia

Chirac difende la diversità culturale

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Si chiude martedì 4 febbraio la seconda edizione degli ‘Incontri internazionali degli organismi professionali della cultura’, organizzati a Parigi dal Comitato di vigilanza per la diversità culturale.
Creato nel 1997 per contrastare l’Accordo multilaterale sugli investimenti e diretto da Olivier Carmet (anche a capo della SACD) il comitato rappresenta le organizzazioni professionali della cultura (cinema, televisione, spettacolo dal vivo, editoria, musica, arti visive) e ha riunito a Parigi per tre giorni oltre 300 partecipanti venuti da 35 Paesi.
Obiettivo: fare pressione sugli Stati affinché si adoperino per salvaguardare la cultura dalle negoziazioni in corso all’OMC (Organizzazione mondiale del commercio).
Una decisione che ha trovato un alleato nel Presidente della Repubblica, Jacques Chirac, il quale ha invitato domenica scorsa i professionisti degli Incontri all’Eliseo. Dichiarando che “la cultura non deve piegarsi al mondo del commercio” e proponendo di adottare entro il 2005 una “convenzione mondiale sulla diversità culturale” preparata dall’Unesco, Chirac ha indicato chiaramente la posizione della Francia in un’Europa che riconosce “ai servizi audiovisivi e culturali un loro statuto eccezionale”. Un discorso favorevole all’azione del Comitato per la diversità culturale che ha lanciato un appello firmato da oltre 200 artisti tra cui i cineasti Chantal Ackerman, Claude Berri, Michel Deville, Costa-Gavras, i fratelli Dardenne, Jacques Doillon, Nicole Garcia, Amos Gitaï, Robert Guédiguian, Cédric Klapisch, Coline Serreau, Jean-Paul Rappeneau, Bertrand Tavernier e Andrzejj Wajda.

(Tradotto dal francese)

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