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LEGISLAZIONE Spagna

La legge contro la pirateria non passa in Congresso

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L'industria culturale spagnola dovrà aspettare ancora prima di avere una legge che la protegga dal download illegale di contenuti protetti da copyright. Ieri 21 dicembre, il Congresso ha respinto con 20 voti contro 18 la disposizione della Legge dell'Economia Sostenibile che conteneva le misure create per la lotta contro la pirateria, meglio conosciuta come Legge Sinde (leggi l'articolo sull'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri lo scorso gennaio o scarica il testo integrale del progetto in PDF).

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Ieri è stata una giornata lunghissima. La votazione, che si è tenuta alle 21, è stata preceduta da accesi dibattiti sui mezzi di comunicazione e Internet, trattative tra i diversi gruppi politici e attacchi ai siti web dei partiti. La formazione di due blocchi, in alcuni casi solo sulla base di simpatie per il governo socialista, ha impedito l'accettazione della necessità di proteggere la proprietà intellettuale. A peggiorare le cose, pochi giorni prima del voto sono trapelate su Wikileaks presunte pressioni da parte degli USA affinché si passasse oltre la legge.

Tra i pochi artisti che hanno aderito al dibattito, primeggia Álex de la Iglesia, che, nelle vesti di regista e di presidente dell'Accademia del Cinema, ha partecipato a talk show radiofonici ("Ci piace a tutti il personaggio di Robin Hood, perché toglie ai ricchi per dare ai poveri. Ma qui Robin Hood non dà soldi ai poveri, ma alle compagnie telefoniche", ha affermato a Cadena Ser) e ha continuato tutta la sera, e parte della notte, a esprimersi prima su Twitter (fino ad esaurire il numero di messaggi a disposizione) e poi su Eskup, la community del quotidiano El País.

Alla protesta contro la campagna di pressione orchestrata da vari siti web per evitare che la legge venisse approvata si sono unite diverse società di cinema, soprattutto distributori, che hanno tinto di nero le loro pagine per tutta la giornata di ieri, tra cui Alta Films, Versus Entertainment, Karma Films, Avalon, Festival Films e la rivista online La Butaca. Dal canto suo, Pedro Pérez, presidente della federazione di produttori FAPAE, ha affermato a El País che “i gruppi parlamentari non sono stati all'altezza delle circostanze. Non hanno preso atto di un gravissimo problema che rischia di rendere rachitico il mondo della cultura”.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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