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FESTIVAL Belgio

Forte presenza belga a Rotterdam

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Il 40mo Festival Internazionale del Film di Rotterdam si è aperto ieri, e il Belgio vi è ampiamente rappresentato. Per questa edizione eccezionale, l’IFFR ha scelto di dare spazio a 20 giovani registi passati per la sua prestigiosa competizione, i Tiger Awards. Alex Stockman presenta Pulsar [+leggi anche:
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, suo secondo lungometraggio, variazione dagli accenti lynchiani sull'amore e la paranoia online. Sam (Mathias Schoenaerts) vede la sua relazione virtuale con la fidanzata Mireille, trasferitasi temporaneamente a New York, sconvolta da un misterioso hacker che sembra volersi infiltrare nella loro più fragile intimità. Stockman stesso produce il film attraverso la sua società Corridor, che ha ricevuto il sostegno del VAF e del CCA. Il film è uscito il 19 gennaio in Belgio, distribuito da Imagine.

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Altra opera seconda, 22 mei [+leggi anche:
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di Koen Mortier, che quattro anni fa suscitò scalpore con Ex-Drummer [+leggi anche:
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. 22 mei segue i passi di un altro Sam, agente di sicurezza in un centro commerciale, la cui vita viene stravolta da un giovane kamikaze che si fa saltare in aria a pochi passi da lui. Il film è prodotto da Epidemic con la collaborazione di Ryva (Belgio), Ijswater Films e Revolver (Paesi Bassi), e il sostegno del VAF, del CCA, del Tax Shelter e del Dutch Film Fund.

L’IFFR presenta inoltre nella sezione Spectrum Illégal [+leggi anche:
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intervista: Olivier Masset-Depasse
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di Olivier Masset-Depasse (finalista Premio LUX 2010), in corsa per i Magritte la settimana prossima, e nella sezione Bright Future l’atipico Le Grand Tour [+leggi anche:
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di Jérôme Lemaire, oscillante tra parodia e documentario. Vi seguiamo, attraverso i boschi, la vero-falsa odissea di una banda che gira per carnevali e feste di paese. Le Grand Tour è prodotto e venduto da La Parti.

Infine, nella stessa sezione, troviamo Grande Hotel, documentario (e primo lungometraggio) della regista Lotte Stoops. Venuta dal teatro, grande viaggiatrice, Lotte Stoops s'imbatte casualmente, durante un viaggio, nel Grande Hotel di Beira (Mozambico). Un curioso macrocosmo, dove i circa 2500 occupanti vivono senza acqua né elettricità fra le rovine, metaforiche e non, della colonizzazione. Serendipity Films produce il film in collaborazione con Volya Films e con il sostegno del VAF e del Dutch Film Fund.

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(Tradotto dal francese)

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