In concorso - The life of David Gale
- Alan Parker presenta un thriller politico: protagonista del film, un professore che si batte contro la pena di morte
Parlano i protagonisti: il video
A due anni di distanza da Le ceneri di Angela (Angela’s Ashes), il regista britannico Alan Parker mette in scena il tema della pena di morte, con The life of David Gale [+leggi anche:
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scheda film], seconda pellicola in concorso alla 53ma Berlinale.
Parker, da tre anni alla guida del British Film Council, affronta, per la prima volta, un argomento politico, raccontando il declino di un professore di filosofia di Austin (Stati Uniti) in prima linea nella lotta alla pena capitale, attività che, per ironia della sorte, lo porterà alla sedia elettrica.
Lunghi flashback, inseriti in una struttura dall’andamento altalenante, rievocano il declino di Gale nelle fase finali di una congiura politica che coinvolgerà anche la giornalista alla quale Gale affida la sua ultima intervista.
Vera protagonista del film è l’associazione di attivisti texana della quale Gale è stato leader (il Texas conta, ogni anno, “più condannati a morte della Cina”).
“Mi sono preparato parlando con molti gruppi impegnati nella protesta contro la pena di morte - ha affermato Parker - . Qualcosa si sta muovendo: lo Stato dell’Illinois, l’anno scorso, ha deciso di abolirla. So che questo film provocherà un forte dibattito negli Stati Uniti, polemiche che, sicuramente, aiuteranno la causa”.
Sulla situazione internazionale e il conflitto, probabilmente prossimo, fra Stati Uniti e Iraq, Parker non si schiera, limitandosi, con britannico humour, a sottolineare di non essere statunitense “Non ho votato Bush, ho votato Blair, ma non capisco le ragioni di questa guerra”.
Il film, come i precedenti di Parker, è stato prodotto dalla sua Dirty Hands Productions.
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