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In concorso - Lichter

di 

- Cinque episodi ambientati alla frontiera fra la Germania e la Polonia. Hans-Christian Schmid: "Ecco il mio film politico"

Videointervista

Verso la tolleranza è lo slogan della Berlinale, e verso la tolleranza cerca di portarci, Lichter, film di Hans-Christian Schmid, ambientato al confine tedesco-polacco, nei dintorni di Frankfurt Oder, a una sola ora di distanza da Berlino, e presentato oggi in concorso.
Cinque episodi di emigrazione clandestina, in un confine qualsiasi, che in realtà potrebbe essere considerato quello tra la Comunità Europea e la Polonia. Storie che sono in parte reali e in parte frutto della fantasia di Schmid e del suo cosceneggiatore abituale, Michael Guttmann. Le storie sono interpretate da un cast di attori provenienti da Germania, Polonia e Ucraina. I loro volti segnati, che parlano da soli, sono ripresi da una camera sempre mobile e sempre vicina ai corpi.

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Il film, coproduzione tra la tedesca Claussen e la polacca Wöbke, "parla di relazioni umane - ha detto Schmid definendo "politica" la sua pellicola - L'ho voluto realizzare perché penso che dobbiamo avere la consapevolezza di vivere in un paese ricco. Non trovo giuste le politiche che limitano l'immigrazione contrastando l'accesso nei nostri paesi di altre persone. Ho cercato di essere politicamente il più prudente possibile, ma ovviamente, quando si parla di questo mondo, si parla di persone che vivono in circostanze estreme, e che agiscono in relazione a queste circostanze. Non sono tutti gentili, ma avevo voglia di realizzare un film che riflettesse su questa realtà. Non ci si può sempre ripetere, e anche se i miei lavori precedenti avevano un taglio diverso, penso di aver cambiato solo le atmosfere, non certo il mio stile".

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