In concorso - Son frère
- Dopo aver vinto l'Orso d'Oro nel 2001, il regista francese torna con un film sulla malattia e il rapporto tra due fratelli
Due anni dopo aver vinto l'Orso d'oro con Intimacy, torna a Berlino Patrice Chéreau, portando in concorso Son frére. Tratto dal romanzo omonimo di Philippe Besson, il nuovo lavoro del regista francese è un film sui corpi, sulla malattia e sui riflessi che questa porta sulla psicologia delle persone.
È la storia di una relazione tra due fratelli: uno dei due è martoriato da una rara malattia del sangue, l'altro è totalmente impegnato a curarlo. Il film è girato con lunghi piani che indugiano su cicatrici e preparativi preoperatori: "Volevo raccontare la trasformazione di un uomo brillante e narcisista che scopre di non essere in grado di affrontare una nuova realtà - ha detto Chéreau - e volevo raccontare anche questo corpo. Ho iniziato a fare cinema per stare al fianco degli attori. E anche perché penso che il cinema sia la forma d'arte più efficace per raccontare il presente. È questo tentativo di capire, questa voglia di guardare, che danno un senso al mio lavoro".
Il progetto è stato concepito e realizzato in soli 8 mesi, da febbraio ad ottobre dello scorso anno, e prodotto da Agnés b. (che alla moda e all'arte contemporanea sta sempre di più affiancando l'interesse per il mondo della produzione cinematografica) assieme ad Arte France. Quest'ultima lo trasmetterà il 16 maggio, quattro mesi prima l'uscita in sala in Francia. Chérau ha girato con una troupe leggera in modo da poter concentrare l'attenzione sui due attori, Eric Caravaca, nei panni del fratello giovane, e Bruno Todeschini, che già aveva lavorato con il regista in La Regina Margot. Per la nuova prova quest'ultimo si è sottoposto ad una cura dimagrante intensiva: "Per meglio entrare nei panni stretti di un uomo - spiega Chéreau - che non ha la forza di vivere con la consapevolezza della morte. E che si rende conto che tutta la vita è basata su di una menzogna".
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