14/02/2003 - La vedova di Joris Ivens firma un film autobiografico: attraverso lo sguardo dell'attrice francese rivive il proprio internamento nel lager polacco

Trent'anni di lavoro accanto al marito l'hanno segnata profondamente. Vedova del grande documentarista belga Joris Ivens, Marceline Loridan-Ivens, per il suo debutto nel lungometraggio di finzione, sceglie di riaprire la dolorosa ferita della sua giovinezza. In La Petite Prairie aux Bouleaux, presentato tra gli Eventi Speciali, la regista affronta la sua tragica esperienza nei campi di sterminio: una traccia incancellabile nel suo passato di donna e di essere umano, autobiograficamente vivo, dal quale è quasi impossibile prendere una giusta distanza.

Nonostante l'esperienza da documentarista, evidente nei lunghi carrelli sui paesaggi gelidi della Polonia di Auschwitz, il bisogno di esorcizzare il proprio dolore emerge continuamente, ed è testimoniato dagli occhi di una splendida Anouk Aimée.

"La catarsi non esiste, in questi casi. Ho cercato di tenermi lontana dal melodramma, evitando le esagerazioni, ma il dolore torna sempre a galla, non puoi non confrontarti con i ricordi", sottolinea la regista, "il mio film parla del bisogno di dimenticare per andare avanti".

Marceline Loridan-Ivers, produttrice e distributrice con la Capi-Film, oltre che co-fondatrice dello Joris Ivens Foundation, è stata aiutata nel suo lavoro di scrittura da un altro importante nome del cinema francese, Jeanne Moreau.
La Petite Prairie aux Bouleaux, frutto della collaborazione di Francia, Germania e Polonia, è stato prodotto dalla Mascaret Film, dalla Cine Valse di Parigi, dalla sua Capi Films e dal Filmproduktion München. In Europa sarà venduto da Studio Canal.