email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2011 Un Certain Regard / Francia / Sudafrica

Segreti, desideri e bugie: la doppia faccia della Beauté

di 

Brillante debutto sulla Croisette per il sudafricano Oliver Hermanus con Beauté [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
(Skoonheid), un film forte sull'omosessualità prodotto in delegato dalla società francese Equation. Proiettato oggi nella sezione Un Certain Regard del 64mo Festival di Cannes, il secondo lungometraggio del giovane regista rivelatosi a Locarno nel 2009 con Shirley Adams, si rivela un'opera molto sottile nello sviluppo della sua trama, e la sua regia sbalorditiva promette indubbiamente al suo autore un posto privilegiato nelle selezioni cannensi a venire.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Centrato su un direttore d'impresa quarantenne, sposato e padre di due figlie grandi, la prima delle quali si sposa all'inizio del film, Francois van Herdeen (Deon Lotz, che regge tutto il film sulle sue solide spalle) ha una vita apparentemente normale. Ma presto lo spettatore scopre il suo segreto: frequenta un club di uomini come lui, bianchi, virili e omosessuali, per soddisfare le sue pulsioni relativamente bestiali (film porno, fellatio e penetrazioni gli uni accanto agli altri) sulle quali il regista ha il buon gusto di non soffermarsi troppo. Francois, che conduce una vita coniugale tradizionale (anche se con sua moglie non si sfiorano più), ha un'ossessione: l'attrazione che prova per il nipote, il bello e ambiguo Christian (Charlie Keegan). Ma il giovane studente abita lontano, a Città del Capo, e sembra interessarsi più alla figlia minore di Francois. Così, quest'ultimo escogita stratagemmi per avvicinare la sua preda. Ma le cose non andranno come previsto…

La grande qualità della sceneggiatura, scritta da Oliver Hermanus con il suo produttore francese Didier Costet, riserva una serie di sorprese e un crescendo di tensione. Inoltre, la trama gioca a meraviglia sull'incertezza di ciò che i protagonisti sanno o non sanno: è successo qualcosa in passato tra Francois e Christian? Che cosa sa o immagina Christian dell'identità sessuale di suo zio? E la moglie di Francois ignora davvero i desideri sotterranei di suo marito? Portando la suspense fino a livelli sorprendenti e brutali, Beauté è anche il ritratto di un uomo sofferente che la cinepresa non abbandonerà mai dalla prima all'ultima scena. L'enorme peso di un'esistenza dominata dalla menzogna induce una violenta pressione psicologica e fisica che deve trovare sfogo, come una metafora della società sudafricana. Il personaggio principale che spia l'oggetto del suo desiderio e supera ogni ostacolo per raggiungere il suo obiettivo è anche la prima vittima dei suoi sentimenti d'amore, dell'attrazione irresistibile che esercitano sui di lui la gioventù e la bellezza.

Filmato in modo magistrale, per lo più con magnifiche inquadrature fisse, Beauté rivela, tra le tante qualità cinematografiche, un'arte della suggestione molto sviluppata, sia dal punto di vista visivo che dei dialoghi, spesso a doppio senso. Quasi impeccabile, il film avrebbe forse meritato un posto nella competizione di questo Festival di Cannes, ma il suo successo al Certain Regard promette al suo autore un ottimo avvenire.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy