email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2011 Quinzaine des réalisateurs / Francia

Après le sud, un giorno nella vita

di 

Quando un regista debutta dopo i 40 anni, come ha sottolineato lo stesso Jean-Jacques Jauffret (già collaboratore dello scomparso filmmaker Cyril Collard, al quale il film è dedicato e il cui modo di raccontare senza filtri i corpi dei suoi personaggi trova qui molta eco) prima della proiezione a Cannes, nella Quinzaine des réalisateurs, di Après le sud [+leggi anche:
trailer
intervista: Adèle Haenel
scheda film
]
, questo implica che il debutto sia stato accuratamente elaborato. Il risultato, in effetti, è una storia ispirata da eventi reali, ben scritta e strutturata alla perfezione.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Après le sud, girato sulla Riviera francese durante una calda estate, intreccia quattro piccoli drammi personali che convergono in un finale davvero tragico e commovente. La giovane Amélie (Adele Haenel), cassiera in un supermercato per l'estate, pensa di essere incinta del fidanzato Luigi (Ulysse Grosjean), ragazzo gentile maltrattato dal padre che vuole tornare in Italia dalla madre.

Anne (Sylvie Lachat), madre di Amélie, pensa di fare un intervento allo stomaco per perdere peso. Georges (Yves Ruellan) è un anziano solo che vive nello stesso quartiere di Amélie e della madre, e ama ascoltare Mozart.

Le quattro toccanti storie si svolgono tutte nella stessa giornata. Ognuna di esse è narrata separatamente, dal punto di vista di un personaggio alla volta, e suono e immagine si adattano nel ripetersi della cronologia.

Questa modalità soggettiva di raccontare gli eventi (come l'attenzione per i corpi dei personaggi) consente allo spettatore di penetrare la loro intimità, e condividerne le emozioni sui volti preoccupati. I personaggi non vengono mai separati fra loro del tutto – le loro vite restano sempre sullo sfondo mentre il focus è dedicato a un altro.

In questo film, le cose (porte, registratori di casse, etc.) tendono a restare semiaperte, e paralleli ben congegnati (l'attenzione al ventre della madre e della figlia, la relazione padre/figlio che fa da contrappunto a quella di Amélie ed Anne) rendono possibile la comunicazione fra le storie.

E così la narrazione meticolosa di ciò che accade giustifica un finale arbitrario, che riunisce in un tragico istante tutto quello che è successo fino a quel momento con un abbraccio finale sotto un sole abbagliante, ma incredibilmente triste, del sud.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy