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EDITORIALE

"European Cinema in the Digital Era", un segnale politico all’industria

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Il rapporto Il Cinema europeo nell’era digitale, che sarà discusso oggi in Parlamento Europeo (leggi news), è in primo luogo un invito a considerare la funzione del cinema — che ruolo ha nella nuova era digitale? Il cinema ha bisogno di essere guardato da due prospettive: culturale (perché l’investimento produce risultati intangibili a lungo termine) e quale importante settore dell’industria europea. La creazione è il cuore della cultura, l’industria ne è il polmone.

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Le tecnologie digitali hanno un effetto sulla distribuzione dei film su piattaforme lineari e non lineari, come internet o il VOD, che facilitano l’accesso dei cittadini al cinema europeo. Per molti lungometraggi d’essai e a basso budget, poco distribuiti o che non riescono a uscire dopo i festival, la digitalizzazione offre l’opportunità di raggiungere platee più ampie. Un altro punto di svolta per la popolarizzazione di un film è la facilità di inserimento dei sottotitoli in lingua straniera su una copia digitale: cosa che rende più semplice la disseminazione oltre confine delle opere nell’Unione Europea. L’introduzione negli Stati membri dell’educazione al cinema a tutti i livelli scolastici è inoltre di vitale importanza. È un investimento a lungo termine sui giovani spettatori, essenziale per sviluppare la loro capacità di dare una risposta critica alle immagini e al linguaggio cinematografico, e promuovere l’apprezzamento del cinema come forma d’arte.

È inoltre fondamentale la cooperazione per il supporto tecnico e finanziario, che consente all’industria di respirare liberamente.

Gli Stati membri e le Istituzioni europee devono prendersi la responsabilità di sostenere il cinema nei suoi bisogni. La transizione digitale presenta opportunità nell’area della produzione, della distribuzione e dell’accessibilità del cinema europeo. Il processo di transizione dovrebbe essere finalizzato senza ritardo, e coordinato a livello nazionale ed europeo. Modelli finanziari differenziati e flessibili per la digitalizzazione del cinema, come i fondi strutturali europei, i prestiti preferenziali della Banca d’Investimento Europea, i fondi del Programma MEDIA e i meccanismi che integrano distribuzione ed esercizio, possono dare soluzioni efficaci.

La digitalizzazione è una priorità, e dovrebbe essere guardata in una prospettiva a lungo termine che prenda in considerazione l’innovazione e la necessità futura di adattare nuovi formati di proiezione. La responsabilità nazionale della raccolta e della catalogazione delle opere audiovisive a beneficio delle generazioni futuro è determinante.

Come in ogni organismo vivente, la salute del cinema europeo dipende dal funzionamento di ogni suo organo all’unisono: per questo sono di vitale importanza la cooperazione efficace dell’industria cinematografica ed il sostegno degli Stati membri e delle Istituzioni europee. Il rapporto Il Cinema europeo nell’era digitale manda in questo senso un chiaro segnale politico all’industria cinematografica, e ci spinge a intraprendere azioni concrete per supportare il cinema europeo.

(Su Piotr Borys: deputato europeo polacco eletto dal partito Piattaforma civica, che fa parte del gruppo del Partito popolare europeo. Membro della commissione Cultura e istruzione, presenta oggi a Bruxelles il rapporto intitolato "Il cinema europeo nell'era digitale")

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