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EDITORIALE

L’Europa e i suoi artisti

di 

Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha recentemente riconosciuto che la nostra epoca "ha bisogno più che mai del cinema europeo, portatore di valori europei, di un'eredità culturale europea fatta da secoli di creatività, di migrazioni e di scambi, e di tutto ciò che caratterizza lo spirito europeo: l'apertura, il rispetto per l'altro e per la diversità".

In veste di regista, resto fedele al pensiero di Roger Planchon di coinvolgere gli artisti nell'Europa politica ed economica affinché diventino "strenui difensori dell'idea europea".

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Il dialogo ritrovato con i politici europei, in particolare con Androulla Vassiliou, a Cannes lo scorso maggio in occasione dei vent'anni del Programma MEDIA, lasciava sperare in una messa in conto della parola dei registi. Purtroppo, ai prossimi Incontri Cinematografici di Digione, la presenza dei politici europei, tanto sul piano esecutivo che parlamentare, scarseggia. In quanto presidente dell'ARP, mi appello nuovamente ai politici europei e ai dirigenti degli Stati membri chiedendo loro di entrare in contatto con gli artisti.

Non è mai troppo tardi per fare della politica culturale europea uno dei punti forti della politica comune: l'Europa ha giocato un ruolo fondamentale al momento della nascita della convenzione internazionale dell'Unesco sulla diversità culturale, deve proseguire la sua lotta per una cultura sempre più aperta, impregnata delle idee provenienti da tutta l'Europa e da fuori.

Le regole del mercato, in particolare la promozione della concorrenza, non devono essere le regole dominanti per valutare l'efficacia di una politica culturale pubblica. Se gli aiuti pubblici hanno permesso all'Europa di produrre circa 1200 film all'anno, oggi devono rafforzare e sostenere la circolazione di questi film attraverso tutta l'Europa. In primo luogo nelle sale cinematografiche, ovviamente, ma anche sulle piattaforme digitali e sui canali televisivi.

L’Europa deve poter essere orgogliosa di trovare oggi i mezzi per finanziare i progetti ambiziosi dei suoi registi più prestigiosi; deve essere percepita come una chance, un'opportunità e non come una costrizione. In passato, certe frontiere geografiche e ideologiche hanno lasciato troppe cicatrici. La forza del cinema è di trascendere le facili posizioni di ripiego sostenute da alcuni per difendere la propria identità culturale.

Sviluppare un modello culturale europeo duraturo che, poco a poco, possa esercitare un'influenza al di fuori dell'Unione, sarà il miglior cemento tra i popoli europei.

L’arte di vivere e il vivere d'arte devono rappresentare i due pilastri di un rinnovato patto europeo.

(Jean-Paul Salomé è il presidente dell'ARP - Société civile des auteurs, réalisateurs et producteurs).

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