email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FESTIVAL Svizzera

Fernand Melgar porta il “cinema diretto” di Vol spécial a Gijón

di 

Ci sono film che lasciano il segno nello spettatore anche molto tempo dopo averli visti. Il documentario svizzero Vol spécial [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
del regista Fernand Melgar, figlio di immigrati spagnoli, è uno di questi. E per riuscirvi non ricorre a denunce clamorose, a una colonna sonora commovente o a grandi picchi narrativi, ma lo fa attraverso un profilo basso e un "cinema diretto", come il regista ha ripetuto in diverse occasioni, per lasciare che sia lo spettatore a trarre le proprie conclusioni.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

La Svizzera, culla dei diritti umani, della convenzione di Ginevra e della Croce Rossa, è un esempio talvolta ammirabile, talvolta abominevole di democrazia diretta. La volontà popolare si trasforma in legge. Un sistema apparentemente virtuoso ma che può generare mostri, soprattutto in un'epoca come quella attuale, in cui la paura dell'altro è diventata fobia. La Svizzera conta 28 carceri i cui detenuti non hanno commesso altro reato che non essere riusciti a regolarizzare la loro situazione nel paese dove lavorano da anni. Il loro destino, ineludibile, è abbandonare il paese. Nel frattempo, vivono per mesi (massimo 24) entro questi recinti dall'aspetto gradevole, dove non manca nulla, se non la libertà.

Sebbene parli in concreto del sistema della Confederazione Elvetica, dove i clandestini che non vogliono lasciare il paese su un volo commerciale vengono imbarcati su un ”volo speciale” (da qui il titolo), il documentario riflette un'allarmante tendenza comune in tutta Europa: il mondo occidentale assomiglia sempre di più a un'enorme prigione, dove vivono reclusi sia funzionari che detenuti.

Non è un film facile da digerire Vol spécial, che ha scelto il carcere meno brutale di tutti, dove si sta tutto sommato bene. Con un ritmo sostenuto, senza grandi sobbalzi, l'assurdità della situazione si dispiega in tutta la sua complessità davanti allo spettatore, il quale può solo immaginare gli effetti morali che questa può avere nella società.

Suo malgrado, Vol spécial, presentato di recente alla 49ma edizione del Festival internazionale del cinema di Gijón, è stato travolto dalle polemiche dalla sua uscita mondiale al Festival di Locarno, dove fu definito "fascista" dal produttore portoghese Paulo Branco. In seguito, il partito di estrema destra in Svizzera ha insistito perché non venisse vietato nelle scuole. Una pellicola tranquilla, prodotta da Climage, che è riuscita a irritare più di una persona.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy