When the Lights Went Out, fantasmi ed esorcismi a Rotterdam
Il film britannico When the Lights Went Out (in foto) è l’ennesima dimostrazione che il cinema di genere non è un ostacolo per un’anteprima festivaliera. Diretto da Pat Holden, il lungometraggio narra una famosa storia soprannaturale (con tanto di esorcismo) realmente accaduta nelle campagne dello Yorkshire. Che i titoli di coda descrivono come l’esorcismo ‘più violento’ mai effettuato nella storia europea.
Il film è ambientato negli anni ’70, e una delle cose più belle da vedere è indubbiamente il suo look e l’approccio al periodo — la pellicola ha dettagli perfetti, mai artificiosi, e con grande semplicità evita di utilizzare i finimenti d’epoca in maniera post-moderna.
La famiglia Maynard si trasferisce nella sua nuova casa in un piccolo centro dello Yorkshire. Il padre (Steven Waddington) e la madre (Kate Ashfield), operai, cercano di far sentire a casa la figlia, Sally (Tasha Connor, sorta di Lily Cole in versione working-class).
Nella zona grigia tra infanzia e pre-adolescenza, Sally sente rumori e vede cose che non hanno molto senso, tanto che i genitori ritengono inizialmente siano frutto dell’immaginazione di una bambina. Presto, però, anch’essi iniziano a vedere qualcosa: il fantasma di una giovane ragazza assassinata.
Un sacerdote (l’affermato caratterista Gary Lewis) viene chiamato per effettuare un esorcismo, ma dopo aver consultato il vescovo decide di non intervenire. Il padre sarà così costretto a intraprendere misure insolite per salvare la famiglia dalla dannazione.
La recitazione ed il production design sono gli aspetti più validi del film, che utilizza bene i cliché di genere per coinvolgere il pubblico.
Il film è stato prodotto da Deepak Nayar e Bil Bungay per See NoEvil Productions. SC Films International cura le vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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