Festival, social network e nuove tecnologie
- Riunitisi all’International Film Festival Summit, i direttori di festival hanno riflettuto sull'utilizzo dei social network e sulla messa online dei film
Venuti da Copenhagen, Stoccolma, Edimburgo, Venezia, Tallin, Mosca, Oldenburg, Sofia, Friburgo, ma anche dal Regno Unito, Polonia, Slovacchia, Paesi Bassi, Sudafrica e Stati Uniti, i direttori di festival di tutto il mondo si sono incontrati per due giorni, questa settimana a Parigi, in occasione dell'International Film Festival Summit (IFFS). Nel corso dei dibattiti sono stati affrontati i temi dell'utilizzo dei social network e della messa online dei film.
Unanimi nel giudicare assolutamente indispensabile il ricorso ai propri siti Internet, a Facebook e a Twitter per ottimizzare la comunicazione dei propri eventi, i direttori di festival hanno tuttavia evidenziato alcune questioni. Füsun Eriksen, che dirige il festival BUSTER di Copenhagen, ha sottolineato che bisogna stare attenti ai contenuti diretti al pubblico giovane sui social network, in particolare quando gli eventi beneficiano di sovvenzioni pubbliche. La questione generazionale è stata evocata anche perché una buona fetta di pubblico non è interessata alle nuove tecnologie: bisogna quindi continuare a indirizzarsi ad esso attraverso i mezzi di comunicazione classici. Uno dei partecipanti ha raccontato di aver improntato tutta la sua campagna di comunicazione sull'online e di essersi poi ritrovato a fare marcia indietro e ricorrere a una presentazione più tradizionale perché "il pubblico ci mette di fronte alla realtà che le cose non si muovono così in fretta come pensiamo".
Anche sul fronte Business To Business, le novità sono in rapida evoluzione, con i mercati di film online come il Black Market di Tallin o le "video-library". "Possiamo usufruire delle statistiche su chi ha guardato il film e per quanto tempo, gestire accessi distinti per compratori e giornalisti, escludere alcuni territori, lavorare a inviti…", ha precisato Tillman Sheel, direttore della piattaforma ReelPort. Più in generale, secondo lui "l'importante è sapere quello che si vuole fare con la tecnologia: gruppi mirati, diritti, se si vogliono generare più entrate al festival o più pubblicità". I partecipanti al panel hanno anche convenuto sul fatto che ogni gruppo mirato ha i propri social network e che identificarli è fondamentale per una buona comunicazione. Secondo Renaud Visage (Eventbrite), le questioni chiave legate ai festival sono: "Chi ci sarà? " e "Chi potrò incontrare? ".
Sul tema delle proiezioni online di film selezionati, dopo o durante il festival, le opinioni divergono, in particolare per la questione della negoziazione e dell'acquisizione dei diritti, ma diversi tentativi sono in corso, in forma sperimentale, con il sostegno degli sponsor. Per Tillman Sheel, “questo tipo di evento marketing funzionerà solo per due o tre festival per paese, quelli con un marchio ben distinto".
Infine, dare ai professionisti la possibilità di vedere i film online non deve far dimenticare che "niente è paragonabile al fatto di sedersi in una sala con un pubblico vero": l'esperienza ha infatti dimostrato che il giudizio delle giurie che visionano i film in DVD o sull'iPad spesso cambia completamente quando vedono i film in sala.
Tra i numerosi partecipanti alle due giornate dell'IFFS, sono da citare Jérôme Paillard (direttore del Marché du Film del Festival di Cannes), Giorgio Gosetti (direttore dei Venice Days e responsabile della programmazione del Festival di Rekjavik), Chris Fujiwara (direttore artistico del festival di Edimburgo) e Régine Hatchondo (direttrice generale di Unifrance).
(Tradotto dal francese)
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