Il tribunale decide il blocco di The Pirate Bay
- Virgin Media è il primo provider a eseguire la sentenza
A seguito della sentenza dell’Alta Corte che lunedì ha imposto ai service provider britannici di bloccare il popolare sito di file-sharing The Pirate Bay (TPB), Virgin Media è stata la prima a implementare il divieto. Gli utenti inglesi che da mercoledì cercano di collegarsi al sito visualizzano il seguente messaggio:
“Virgin Media ha ricevuto l’ingiunzione da parte del tribunale di impedire l’accesso a The Pirate Bay per supportare la lotta alla violazione del copyright. Da provider responsabile, Virgin Media si adegua alla sentenza rivolta alla compagnia ma ritiene fermamente che modificare il comportamento dei consumatori per perseguire la violazione del copyright necessiti anche di alternative legali, come il nostro accordo con Spotify, per offrire l’accesso ai contenuti ad un prezzo corretto”.
Altri provider come Sky, Everything Everywhere, TalkTalk, O2 e BT si adegueranno nelle prossime settimane.
La reazione di TPB è stata ovviamente provocatoria: “I paesi occidentali si lamentano della censura in Iran, Cina, Arabia Saudita, ma ne sono essi stessi i principali colpevoli, con una doppia morale che li conduce ad azioni ben peggiori. Nessuno di TPB è stato chiamato in tribunale, cosa normale in democrazia. E non è la prima volta, dato che accade lo stesso nella maggior parte dei paesi che ci censurano. Non abbiamo diritto di parola perché non siamo ricchi”, ha scritto in una nota.
Naturalmente, la decisione della Corte ha avuto l’effetto opposto sugli utenti finali: il traffico verso TPB è aumentato di 12 milioni di utenti dopo la notizia del blocco, e TPB ha fornito semplici soluzioni per aggirarlo. Tutti gli altri siti di file-sharing restano invece raggiungibili.
(Tradotto dall'inglese)
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