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CANNES 2012 Concorso

Like Someone in Love: The Grandfather Experience

di 

- Dopo l'Italia, il regista iraniano Abbas Kiarostami ambienta in Giappone il suo ultimo film presentato in competizione ufficiale al 65mo Festival di Cannes

Il regista iraniano Abbas Kiarostami torna a collaborare con il produttore francese Marin Karmitz per Like Someone in Love [+leggi anche:
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, un film coprodotto con il Giappone, girato a Tokyo con un cast esclusivamente nipponico e presentato in competizione ufficiale al 65mo Festival di Cannes. Akiko incontra Watanabe Takashi a Tokyo. Lei è studentessa e lui potrebbe essere suo nonno. Lei non sa nulla di lui, lui crede di conoscerla. Lui le apre la sua casa, lei gli offre il suo corpo, ma il servizio che il vecchio uomo le propone è un altro. Nell'arco di 24 ore, nasce una relazione tra questa ragazza e quest'uomo che si comporta come un nonno adottivo.

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Con Like Someone in Love, Kiarostami (Palma d’oro 1997 per Il sapore della ciliegia) propone una sorta di "girlfriend experience" al contrario. Questa forma di prostituzione ha una dimensione sociale, persino affettiva giacché prevede che la escort si comporti come la fidanzata del cliente. Il titolo evoca questa specificità ed è anche un riferimento alla canzone di Ella Fitzgerald che accompagna la scena chiave del film. Se è vero che questa relazione comincia come una forma non ben definita di prostituzione, Kiarostami la smorza rapidamente con molto pudore, virando verso l'inaspettato: alla fine, sarà la giovane donna a beneficiare dei favori dell'uomo, che si comporterà come un nonno e la aiuterà.

La figura dello specchio è presente in tutto il film, soprattutto in una serie di campi e controcampi utilizzati per filmare le tante conversazioni da entrambi i lati. Il regista ripete incessantemente la stessa figura variando posizione: dialoghi da una parte e dall'altra del tavolo di un ristorante, da un vicolo agli interni di una casa attraverso la finestra, dall'interno di un'auto al marciapiede, dai sedili posteriori a quelli anteriori… Ancora una volta, è una lezione di cinema quella che ci viene offerta, giacchè alcune inquadrature sono piccoli gioielli di costruzione filmica.

Dopo l'Italia di Copia conforme [+leggi anche:
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, Abbas Kiarostami andato a lavorare in Giappone dove desiderava tornare da oltre dieci anni. Realizzare un film in Giappone, in giapponese, è quello che più si avvicina al lavorare in Iran, secondo il regista. Lo spettatore europeo deve familiarizzare con un gruppo etnico diverso, con una lingua che passa per una sonorità decifrata dai sottotitoli. Un'esperienza che il regista ha voluto ricreare e ci è riuscito. Il film soffre forse di un contrappeso troppo leggero rispetto alla sua forma. La fine accentua questo sentimento di farsa che deluderà probabilmente le aspettative di parte degli spettatori, ma tutti avranno comunque vissuto un'esperienza divertente e sorprendente allo stesso tempo.

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(Tradotto dal francese)

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